lunedì 15 dicembre 2014

Il fuoco del Mediterraneo


Tra sacro e profano, torna a bruciare a Novoli il fuoco più grande del Mediterraneo. E’ la Fòcara costruita con migliaia di fascine di tralci di vite secchi provenienti dai feudi del Parco del Negroamaro;
una tradizione che ogni anno si ripete il 16 gennaio, festa di sant’Antonio Abate, patrono della città, e racconta l’identità culturale della terra salentina tra sacro e profano. E’ la festa del fuoco messaggero di pace nel mondo, diventato simbolo di solidarietà dell’area mediterranea, che vedrà insieme, anche per l’edizione del 2015, Novoli e Oria intente a coniugare la preziosa storia delle tradizioni locali.

Ma la Fòcara è anche la celebrazione che dà inizio agli eventi nel Salento, che si illumina con la Notte della Taranta a Melpignano e si spegne con la Festa della Vite e dei Presepi a dicembre. Ecco che il Salento diventa il modello per le altre regioni che riesce a coniugare il turismo con la cultura e con la gastronomia a chilometro zero, nel pieno e rigoroso rispetto della salvaguardia dei luoghi.

E se prendere per la gola è fondamentale (nei giorni e nelle notti del fuoco a Novoli non va tralasciata una visita al Mangia an terra e strusciate subra o al rinomato Belvedere di Torre dell’Orso per chi vuole affacciarsi sulle “due sorelle”), la cucina di una volta “diventa la diva da servire a tavola. Il segreto è proprio questo”, affermano Gabriella e Anna Capraro, imprenditrici (Grotta del Conte) di Castro Marina. E se a prendere per la gola sono le sagne incannulate di grano arso, gli altri piatti non sfigurano per niente.

Per chi vuole invece trascorrere una vacanza all’insegna delle pillole di saggezza, una sosta d’obbligo è il Giardino di Sophia, un percorso filosofico a Corigliano d’Otranto tra il verde e le antiche virtù. “Solo alla fine di questo cammino il visitatore può capire l’importanza di conoscere se stesso, la felicità, la giustizia e la fratellanza dell’amicizia”, spiega Orlando d’Urso, socio ordinario di Storia patria della Puglia.
 Eduardo Cagnazzi

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