martedì 2 giugno 2015

Tradurre il cibo a Expo

Il settore agroalimentare è il secondo settore manifatturiero italiano. L’Italia è il sesto paese europeo per l’export agroalimentare, tendenza in crescita: un recentissimo studio indica che le esportazioni del settore aumenteranno del 4,5 % nel 2015 e del 6,5 % entro il 2018. Eppure tra gli operatori permane la consapevolezza che questa preziosa risorsa non venga ancora sfruttata al massimo a
causa di carenze nelle competenze linguistiche.
Una barriera che i traduttori possono aiutare a superare, una grande opportunità per i giovani traduttori specializzati e per chi intende lanciarsi nel mestiere. La traduzione è infatti una componente sempre più essenziale per il mondo del cibo. Si pensi alla sottoscrizione di accordi commerciali o alla traduzione delle etichette: la recente legge UE sulla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori prevede che "le informazioni obbligatorie sugli alimenti appaiano in una lingua facilmente comprensibile da parte dei consumatori" e che "gli Stati membri possano imporre che tali indicazioni siano fornite in una o più lingue ufficiali dell'Unione".

Un marchio alimentare popolare in una lingua può risultare incomprensibile per i consumatori in un’altra cultura. Anche qui intervengono i traduttori con la loro competenza linguistica e interculturale. E non dimentichiamo il crescente ruolo del cibo come risorsa per il turismo, e il boom editoriale di ricettari e guide enogastronomiche. Anche qui è importantissimo il ruolo della traduzione, e sono molte le opportunità professionali per i traduttori specializzati nella lingua del cibo.

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