venerdì 6 settembre 2013

Trasporto marittimo, la Spagna riduce le tasse, l’Italia le aumenta

“Colpisce la profonda diversità di interventi che i Governi dei Paesi del Sud Europa mettono in campo per perseguire gli stessi obiettivi: arginare gli effetti della crisi e intensificare i timidi segnali di ripresa.”
Nereo Marcucci, Presidente di Confetra, la Confederazione Generale
Italiana dei Trasporti e della Logistica, riflette alla luce delle recenti dichiarazioni dei governi italiano e spagnolo che hanno affermato di voler aiutare le loro imprese ad esportare di più.

In questi giorni la Ministra spagnola dei Trasporti Ana Pastor, sostenendo che la qualità ed i costi dei servizi portuali sono essenziali per raggiungere quell’obiettivo, ha annunciato la riduzione delle tasse portuali del 4% e quella dei canoni di occupazione del suolo portuale (i cd. canoni demaniali) dell’8,5% cercando in questo modo di attrarre nei porti spagnoli sia gli armatori che i terminalisti. Nel frattempo il Parlamento italiano continua da anni a rimaneggiare un progetto di riforma portuale considerato dai più inefficace ai fini dello sviluppo dei traffici.

E’ il caso di osservare che mentre i traffici marittimi spagnoli nel 2012 sono cresciuti di quasi il 4% e che nel 2013 si prevede un aumento delle esportazioni del 10-15%, l’Italia nel totale del trasporto marittimo registra una riduzione media nel primo trimestre 2013 del 20% sul 2012 ed uno striminzito incremento dello 0,9 solo nella movimentazione contenitori.

Ciò nonostante, è verosimile che, in base alle vigenti disposizioni, gli Uffici ministeriali stiano già calcolando gli aumenti di tasse e canoni per il 2014.
In questo contesto - prosegue Marcucci – è auspicabile che le singole Autorità Portuali avvalendosi della autonomia impositiva recentemente confermata col Decreto del Fare decidano di neutralizzare quegli aumenti stabiliti a livello centrale”.

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