lunedì 29 dicembre 2014

Salvare le crociere a Venezia una crepa nel muro del “no”


Grandi navi da crociera nella laguna di Venezia. Il muro del no diventato nei mesi quasi monolitico e oggetto di prese di posizione estese dagli originari comitati del no a veri e propri movimenti di
opinione, per la prima volta ha una crepa. L’ha generata il patto a tre fra Confcommercio, Federagenti e Assoporti che ha messo a nudo l’inconsistenza tecnica di alcune teorie consolidatesi nell’ultimo anno circa la pericolosità, l’insicurezza, o i rischi ambientali causati da queste navi, ma ha specialmente evidenziato i pericoli e i danni, sociali, economici e occupazionali, che una campagna generalizzata contro il traffico crocieristico provocherebbe a Venezia e, per estensione, all’intero Adriatico.

 Adriatico che, nei suoi dieci porti, andrebbe concretamente ad affrontare un rischio di desertificazione e quindi di azzeramento di una importantissima filiera turistica. I Presidenti di Assoporti, Confcommercio e Federagenti, sollecitano il Governo a individuare in tempi brevissimi una soluzione condivisa che anche vietando in modo definitivo alle grandi navi da crociera il canale della Giudecca e quindi il transito davanti a San Marco consenta di compenetrare le esigenze di tutela e di salvaguardia di Venezia, con quelle di sopravvivenza di un’attività economica e turistica in forte espansione nell’ottica comune della conferma del ruolo storico e dell’unico identikit e incontestabile di Venezia: che è quello di essere una città-porto.

Le scriventi tre Associazioni chiedono al Governo di compiere rapidamente una scelta tecnica che risponda all’esigenza di conservare a Venezia il ruolo di home port, ovvero di porto di partenza e arrivo delle crociere. Ruolo, questo, che a differenza di quello di transito, rende possibile una regolazione e gestione dei flussi turistici nel centro di Venezia, e garantisce reali ricadute in termini di occupazione, economia e ricchezza per la Laguna e l’intero Adriatico.

L’operazione Venezia-crociere, rappresenta in ordine di tempo, l’ultimo esempio di una strategia complessiva della Federazione Agenti Marittimi, volta da un lato ad esprimere posizioni precise e quindi a entrare in campo su grandi questioni che riguardano lo sviluppo di importanti aree del paese; dall’altro, a costruire un sistema di alleanze in primis con Confcommercio e Confetra, finalizzato a rafforzare il ruolo della categoria e quindi la sua capacità di incidere sulle scelte di governo e Parlamento che riguardano il futuro assetto della portualità e dell’intero comparto logistico del paese.

Come sottolineato dal Presidente di Federagenti, Michele Pappalardo, in occasione dell’ultima assemblea pre-natalizia, la Federazione è impegnata sulla linea del fronte sia sul dibattito sulla legge di riforma dei porti, sia nella definizione del quadro tecnico delle scelte propedeutiche alla definizione del piano nazionale della logistica e dei porti, nonché sullo spinoso tema dei servizi tecnico-nautici e della dinamica delle tariffe per questi servizi.
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è stata pubblicata su PORTO&diporto di dicembre

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