venerdì 9 gennaio 2015

Dongfeng sempre leader, corsa in linea fino alla punta dell'India?


Il team franco/cinese di Dongfeng Race Team continua a guidare la flotta al quinto giorno della terza tappa della Volvo Ocean Race. Le sei barche si controllano stretto, in condizioni meteo che non
consentono grandi scelte tattiche, almeno nella discesa dell'Indiano fino a Capo Comorin, punta meridionale del subcontinente indiano. L'equipaggio guidato dallo skipper Charles Caudrelier, in testa fin dal passaggio dello stretto di Hormuz sta respingendo gli attacchi dei pur agguerriti avversari e sembra avere una motivazione in più: essere il primo team con bandiera e velisti cinesi ad ottenere una vittoria nel giro del mondo a vela, e proprio nella tappa che lo conduce verso Sanya, il porto d'attracco del team. Dongfeng deve però guardarsi le spalle perchè sia Team Brunel che Abu Dhabi Ocean Racing, con cui condivide la prima posizione nella classifica generale, sono pronti ad approfittare del minimo errore per sottrarre la leadership allo scafo rosso e grigio.

Dopo cinque giorni di navigazione e oltre 960 miglia già percorse delle 4.642 totali della tappa,il team franco/cinese mantiene un lieve margine su Abu Dhabi Ocean Racing guidato dall'olimpionico britannico Ian Walker e su Tram Brunel con il veterano Bouwe Bekking. Le prime giornate di navigazione non sono state facili per la flotta, con condizioni di vento leggero e con diversi problemi dovuti alla grande quantità di materiale galleggiante, che si è spesso impigliato negli scafi. Come ha raccontato l'onboard reporter di MAPFRE Francisco Vignale:
 “Ci siamo accorti che la barca era lenta, Team SCA era dietro di circa un miglio e piano, piano si è fatto sotto e ci ha passato da sottovento. E' stato allora che abbiamo pensato che ci fosse un problema, quasi tutti hanno guardato attraverso l'endoscopio (lo strumento i cui sono dotati tutti i Volvo Ocean 65 per ispezionare la parte immersa dello scafo) per controllare la chiglia, il bulbo e i timoni, ma non hanno visto niente. Abbiamo strambato e la barca era ancora lenta, quindi abbiamo deciso di muoverci a retromarcia per cercare di liberarci di un possibile oggetto galleggiante. Allora abbiamo visto un pezzo di plastica bianca, esattamente dello stesso colore della chiglia, di circa un metro quadro. Ecco cosa ci rallentava. Poi è successo la stessa cosa quando era di turno al timone Rafa Trujillo circa un'ora dopo e più tardi abbiamo urtato una tartaruga, poi abbiamo preso altri pezzi di plastica con il risultato di perdere diverse miglia.” 
Gli olandesi di Team Brunel, invece, hanno raccontato di aver dovuto rimuovere un serpente, che si era attorcigliato intorno al piede dell'elica.

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