martedì 14 gennaio 2014

Banche e crisi: dal petrolio al container

La corsa al “gigantismo navale“, in essere da tempo soprattutto nel settore delle navi full container, attivata dagli Armatori e dalle primarie Compagnie di Navigazione a livello mondiale, ha visto costruite molte più navi rispetto all’esigenza dettata dalla domanda dei mercati e
provocando, così, una drammatica riduzione dei noli marittimi e del valore delle navi stesse. Navi sempre più grandi richiedono infrastrutture, portuali/autostradali/ferroviarie, sempre più grandi e necessità d’investimento correlate, che richiedono l’applicazione di un criterio di “selezione“ di pochi, grandi porti a livello nazionale sui quali concentrare gli investimenti, poco disponibili quelli pubblici ed invece da incentivare quelli privati, per farli diventare dei porti a livello e di competitività internazionale.

 L’Italia, invece, ha oggi un sistema di “nanismo portuale“ composto da circa 156 porti e nessuno dei quali veramente a livello internazionale tanto che, non solo in Italia ma addirittura nel Mediterraneo, non esistono strutture portuali con capacità di almeno 5 Milioni di teu a fronte dei veri “Porti giganti“ a livello mondiale. La politica italiana, ad oggi, non ha voluto attuare il criterio della “selezione“ dei porti attuando invece e dispersivamente gli investimenti “a pioggia“ su tantissimi porti, senza qualificarne veramente nessuno: saprà/vorrà attuare la politica della “selezione“ da ora in avanti?

 Altra riflessione che deve essere applicata è quella che, prima di costruire il nuovo, si devono utilizzare al massimo le strutture portuali principali già esistenti e che non sono affatto sature. Quanto precede dovendo tenere in debito conto, oltre a quello economico e sociale, anche l’impatto ambientale per la costruzione di nuove, grandi infrastrutture. E’, quella che precede, la soluzione oppure lo è la seguente?

Una recente legge approvata negli Stati Uniti d’America ha identificato un tonnellaggio massimo per le navi ammesse a scalare i porti USA “rovesciando“, in tal modo, l’onere di eventuali modifiche di politiche economiche, commerciali e tecniche a carico degli Armatori: certo diverso è il peso politico economico degli USA rispetto all’Europa e, soprattutto, all’ Italia! Oppure le soluzioni sono ancora altre?

Alle riflessioni/domande che precedono ed a molte altre ancora, risponderà il Prof. Sergio Bologna durante la presentazione del suo libro “BANCHE E CRISI: dal petrolio al container“ che si terrà Venerdì 17 Gennaio 2014 alle ore 18.30 presso l’Hotel Greif Maria Theresia di Trieste organizzato dal Propeller Club Porto of Trieste.

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