giovedì 3 aprile 2014

Tir lumaca a Genova: le istituzioni mettono in ginocchio l’autotrasporto

Un autoparco progettato vent’anni fa, spostato virtualmente da un luogo all’altro della città e mai realizzato. Camion (più di 3000 al giorno) che si distruggono le sospensioni su strade dissestate, spazi di sosta abbandonati in tutto il ponente cittadino, ma mai concessi,
autotrasportatori costretti a utilizzare edifici diroccati come servizi igienici a cielo aperto, una sempre più pericolosa sovrapposizione fra traffico di mezzi pesanti e traffico urbano. Il sindacato dell’autotrasporto, Trasportounito, dice basta.

E dice basta proponendo una grande alleanza alla cittadinanza genovese, presa in giro come le imprese di autotrasporto da istituzioni, dall’Autorità portuale agli enti locali, alla Camera di Commercio, che da un quarto di secolo non mantengono promesse ripresentandole come nuove in occasione di ogni convegno. Alleanza che sarà sancita da una manifestazione pubblica sabato 12 aprile, con l’attuazione di Tir lumaca, un lungo corteo di camion che attraverserà il centro città sino alla Prefettura.
 “Genova, il porto, la cittadinanza e le oltre 1700 imprese di autotrasporto con 10.000 addetti – afferma Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito e per anni rappresentante nel Comitato dell’Autorità Portuale di Genova – sta pagando un prezzo altissimo che diventerà a breve insostenibile”.
 Le penalizzazioni sulla qualità della vita nei quartieri vicino al porto sono evidenti, come lo è la perdita progressiva di efficienza, velocità commerciali e competitività del porto. Come lo è il rischio ormai tangibile di una delocalizzazione di imprese di autotrasporto (con conseguente perdita di occupazione sul territorio genovese) verso Piemonte e Lombardia. L’autotrasporto ha intenzione di denunciare le precise responsabilità che esistono dietro a questo progressivo degrado.

 Una denuncia che riguarda il progetto dell’autoparco. Prima “collocato” nell’area Colisa, quindi ipotizzato a Campi, quindi a Trasta, ora nelle aree ex Ilva di Cornigliano o vicino all’aeroporto. Con un solo risultato: l’autoparco non esiste. L’unico parcheggio esistente è a Campi, una palude, caratterizzata da voragini nell’asfalto, dalla totale assenza di servizi, da rischi per l’incolumità degli autisti. Il tutto a costi mensili per parcheggiare che sono doppi rispetto a quelli pagati in altri territori.

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