mercoledì 23 luglio 2014

Presente e futuro del parco dello Stelvio

Una tavola rotonda per veicolare ai fruitori e agli stakeholder del Parco Nazionale dello Stelvio - come i residenti e chi porta avanti attività produttive all'interno dell'Area protetta - il
messaggio che ogni soluzione di spezzettamento della governance del Parco rischia di derubricare le sue visioni e i suoi orizzonti da nazionali a localistici.
Sabato 26 luglio, ore 16, a Bormio (SO), presso la Sala Bormio Terme (Via Stelvio, 10) il Club alpino italiano organizza, nell'ambito del Festival “La magnifica terra”, il convegno “Presente e futuro del Parco Nazionale dello Stelvio”. Sull'Area Protetta incombe una norma che prevede lo smembramento della gestione tra le province autonome di Trento e Bolzano e la Regione Lombardia (il comma 339 della Legge di Stabilità 2014, approvata il 23 dicembre 2013).
Il CAI, che si è già dichiarato contrario a tale provvedimento, riunisce esperti e amministratori in un convegno moderato dal Presidente del CAI Sezione Valtellinese di Sondrio Angelo Schena, per discutere e approfondire la questione e fare in modo che le misure di carattere politico riguardanti il Parco vadano nella direzione di unitarietà della sua governance. Per l'occasione saranno presenti a Bormio i componenti della Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano del Sodalizio.
Il Parco dello Stelvio è strategico anche nelle relazioni con l'Europa, in quanto è collegato con altre Aree protette europee (Parco Nazionale svizzero). Per il CAI, inoltre, ha anche un valore storico visto che lo ha promosso insieme al Touring Club Italiano nel 1935”, ha dichiarato Erminio Quartiani, delegato per i rapporti con gli enti pubblici e per l’ambiente del CAI, che introdurrà l'incontro. “Queste sono tutte ragioni che ci fanno propendere per una unitarietà nella sua gestione”.
A tal proposito lo scorso mese di marzo il Presidente generale del CAI Umberto Martini, che concluderà i lavori, aveva indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai ministri coinvolti nella vicenda, in cui esprimeva "grande preoccupazione per il possibile smembramento del Parco”, dato che “la gestione comune ha consolidato l'integrazione tra le diversità culturali, linguistiche e geografiche che l'eventuale frammentazione gestionale farebbe inevitabilmente arretrare nell'affermazione localistica". Nessuna risposta ufficiale è mai pervenuta da parte del Governo.

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