martedì 29 luglio 2014

Relazione gestione 2013 di Ferrovie dello Stato Italiane SpA


Dalla Relazione della Corte dei Conti al Parlamento sulla gestione 2013 di Ferrovie dello Stato Italiane SpA emerge come, in piena continuità con quanto verificatosi negli anni precedenti, il Gruppo abbia confermato
anche per l’esercizio in analisi il raggiungimento degli obiettivi strategici e gestionali definiti nel Piano di Impresa. La Corte ha osservato, in particolare, che il bilancio consolidato del Gruppo FS Italiane 2013 ha registrato un risultato netto di 460 milioni di euro, in aumento rispetto all'esercizio precedente di 79 milioni di euro (più del 20%).

 Tale positivo risultato si fonda principalmente sull’incremento dei ricavi operativi del Gruppo (+101 milioni di euro), che hanno sostanzialmente guidato la crescita del margine operativo lordo (+112 milioni di euro), nonché sull’aumento di tutti gli altri risultati intermedi (Risultato operativo +99 milioni di euro e Risultato ante imposte +155 milioni di euro). Anche il bilancio di esercizio di Ferrovie dello Stato Italiane SpA evidenzia un miglioramento, con un risultato netto dell’esercizio 2013 pari a 76 milioni di euro, a fronte dei 73 milioni di euro dell’anno precedente.

 Il margine operativo lordo della Capogruppo presenta, nel 2013, un decremento di 32 milioni di euro, essendo passato da un valore positivo di 11 milioni di euro ad un valore negativo di 21 milioni di euro, per l’effetto combinato dell’aumento dei ricavi operativi di 3 milioni di euro e dell’incremento dei costi operativi di 35 milioni di euro.

Sull’aumento dei costi operativi ha inciso particolarmente la variazione delle rimanenze per 34 milioni di euro per effetto delle svalutazioni di immobili e terreni di trading (+31 milioni di euro) al fine di allineare il valore contabile degli stessi all’effettivo valore di mercato, a seguito di un’analisi puntuale del patrimonio immobiliare della società attuata attraverso un aggiornamento delle perizie, anche in considerazione della congiuntura economica ed in particolare della perdurante generale regressione del mercato immobiliare.

 Per quanto riguarda gli andamenti delle due realtà operative di maggiore rilevanza del Gruppo – RFI SpA e Trenitalia SpA – la Corte ha evidenziato quanto segue:
 • RFI, Gestore della infrastruttura ferroviaria, nel 2013 ha ottenuto un utile pari a circa 270 milioni di euro, superiore di quasi il 70% rispetto al risultato dell’anno precedente; la crescita del margine operativo lordo (superiore di circa 140 milioni di euro rispetto a quello del 2012: +37%), è ascrivibile, per il 9% a quella dei ricavi e, per il 91%, ad un decremento dei costi operativi;
• la gestione 2013 di Trenitalia vede un decremento di 25 milioni di euro del risultato netto dell’esercizio (-12%), pur a fronte di un miglioramento del margine operativo lordo di circa il 3% e del risultato operativo ugualmente del 3%; risultato sul quale ha particolarmente inciso l’incremento del saldo delle imposte sul reddito rispetto all’anno precedente (+71 milioni di euro pari ad oltre il 200%) derivante dalla non ripetitività, nel 2013, dell’accertamento che la società aveva effettuato nel 2012 per le maggiori imposte anticipate riferite alle perdite fiscali pregresse.
Ha osservato in proposito la Corte che, se dal punto di vista industriale Trenitalia continua quindi il percorso verso un ulteriore miglioramento della propria gestione, resta comunque la necessità che la società individui strumenti idonei a fronteggiare la propria strutturale debolezza patrimoniale, caratterizzata da un indebitamento complessivo che continua ad attestarsi intorno ai 6,2 miliardi di euro, in un contesto che vede rilevanti ritardi nei pagamenti dei propri debiti da parte di alcune Regioni italiane, con il conseguente rischio del mancato rispetto degli impegni contrattuali.

 Infine, relativamente al Gestore della rete, la Corte evidenzia come il recepimento della normativa europea (Direttiva UE 35/2012 il cui termine ultimo per il recepimento obbligatorio è fissato per il 16 giugno 2015) si tradurrà in un nuovo modello di governance dell’Azienda, con una evidente focalizzazione e separazione dei diversi segmenti di attività in termini di gestione, organizzazione ed impiego degli asset, distinguendo chiaramente le attività regolatorie da quelle a mercato.

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