giovedì 18 giugno 2015

Fiat-Chrysler: diventare una forza con cui dover fare i conti


‘D’accordo FCA, ora basta!’ è stata la reazione di General Motors (GM) con Fiat-Chrysler Automobiles (FCA) riguardo a una possibile fusione GM-FCA. Ultimamente, FCA ha spinto
fortemente per avvicinarsi a diverse case automobilistiche; nel caso di General Motors, con una certa insistenza. L’amministratore delegato di FCA, Marchionne, ha più volte espresso la sua opinione in merito all’inevitabile consolidamento nel settore automobilistico per ottenere migliori sinergie, specialmente quando la sovracapacità rappresenta un’importante questione irrisolta che dovrebbe essere affrontata il prima possibile.

Nei mesi successivi alla fusione di Fiat e Chrysler nel 2000, Marchionne è riuscito a rendere Chrysler un business profittevole, mentre Fiat, allo stesso tempo, ha subito perdite importanti in Europa. Nelle ultime settimane, Marchionne ha chiesto ripetutamente un consolidamento delle principali case automobilistiche a livello globale, per riuscire a sostenere gli enormi investimenti necessari per soddisfare la domanda di veicoli più puliti, più sicuri e tecnologicamente avanzati.

 Ciò mostra anche il suo desiderio di affrontare i problemi che potrebbero limitare la capacità di FCA di competere in un settore automobilistico sempre più competitivo. Un’attenta analisi del portafoglio di veicoli di FCA getta luce sui motivi per cui Marchionne è alla disperata ricerca di un partner o di una fusione con una casa automobilistica globale come GM. FCA ha un ricco portafoglio di offerte per quanto riguarda veicoli commerciali leggeri (LCV) e SUV, ma è significativamente indietro nel segmento delle auto piccole e ibride rispetto ai suoi concorrenti in Europa e Nord America.

Per ricapitolare quanto è accaduto nel 2000, Fiat e GM hanno stretto un'alleanza, con l’acquisto del 20% di Fiat da parte di GM. Il decennio è stato influenzato da fusioni e acquisizioni di alto profilo, con particolare attenzione alla creazione di piattaforme dai volumi elevati per ottenere il massimo profitto. Fiat e GM hanno rapidamente combinato diversi programmi, come ad esempio gli acquisti e i motori e i cambi. Con l’uscita di GM nel 2005, Fiat ha beneficiato del pagamento di una somma pari a circa 2 miliardi di dollari da parte di GM. Tornando ora al 2015,

 Marchionne è ancora interessato a GM. Ma a differenza del 2000, questa volta GM non ha per il momento ceduto al suo approccio. Analizzando da vicino entrambi i marchi, si spiega la posizione di GM. Proprio come GM, FCA ha un ricco portafoglio di offerte per quanto riguarda SUV e LCV, ma con una portata molto più ampia in questo segmento. Con la sua offerta di 21 modelli, FCA produce quasi 2,2 milioni di veicoli in questa categoria, nelle Americhe, in Europa e in Asia. Invece, con i suoi 34 modelli GM riesce a malapena a produrre lo stesso numero di veicoli di FCA nel segmento di SUV e LCV, e si rivolge prevalentemente al solo mercato delle Americhe.

Tuttavia, guardando al segmento delle auto piccole e ibride, diventa chiaro il motivo per cui Marchionne sta spingendo per una fusione con GM. FCA è significativamente indietro rispetto GM nel segmento delle auto piccole e dei veicoli ibridi. Nonostante si rivolgano alla stessa base geografica e, con 38 modelli, FCA ne abbia due in più di GM, FCA si assesta su circa 2.1 milioni di veicoli nel segmento A/B/C, ossia meno della metà della produzione globale di GM nello stesso segmento. Pertanto, una fusione con FCA sarebbe una grande scommessa per GM, poiché porterebbe un beneficio solo a FCA, mentre rappresenterebbe una passività per GM.

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