mercoledì 9 ottobre 2013

Trasportounito: blocco dell’autotrasporto dal 28 ottobre al 3 novembre

Franco Pensiero
Sarà il fermo della disperazione. Così Trasportounito ha già definito il blocco di ogni attività di trasporto delle merci su strada che sarà attuato dal 28 ottobre al 3 novembre.
“Il fermo nazionale dell’autotrasporto – sottolinea Franco Pensiero, Presidente Nazionale di Trasportounito – è una scelta estrema, ma mai come oggi equivale a una strada senza uscita”.
Una strada senza alternative che parte da migliaia di fallimenti e di chiusure silenziose di imprese italiane, che affonda le sue radici in costi (dalle autostrade al gasolio, dalle assicurazioni al sistema di sanzioni del Codice della strada) che sono ormai fuori controllo.

Che trae motivazione forte da problemi ormai cronicamente irrisolti come quello dei pagamenti per i servizi di autotrasporto merci che non sono mai garantiti e se vengono effettuati, ciò accade con ritardi che costringono le imprese a indebitarsi. Una strada della disperazione che si aggrava ogni giorno nei nodi del trasporto (dai porti agli interporti) dove i mezzi restano bloccati per ore a causa di disservizi dei centri di carico/scarico delle merci.

 Il tutto in un mercato dei trasporti, che è letteralmente devastato dall’abusivismo dilagante e dalla carta bianca di fatto consegnata agli autotrasportatori stranieri che operano in Italia al confine con la legge. Esiste solo la possibilità di limitare i danni di un cataclisma che non ha precedenti nella storia dell’autotrasporto, travolto da una deregolamentazione selvaggia che ha prodotto danni per oltre 6 miliardi a carico dei contribuenti italiani. Per arginare questo degrado sono necessari tre ordini di interventi “a costo zero” per lo Stato:

Modifiche urgenti e sostanziali alla disciplina del settore; interventi immediati sui costi; revisione del sistema normativo in materia di codice della strada.
“Si tratta in sostanza – ha concluso Pensiero – di modificare o rendere funzionale un sistema di regole, a costo zero per lo Stato, le quali non solo non hanno funzionato ma in molti casi sono state controproducenti per l’economia nel suo complesso”.                                                                                                              

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