domenica 12 gennaio 2014

La decennale attenzione del Gruppo Bormioli all’ambiente

Conservare in vasetti per preservare il gusto italiano. Con quest’obiettivo, nove milioni gli italiani al rientro dalle vacanze si sono messi al lavoro quest’anno tra pentole e vasetti nella preparazione di conserve fatte in casa (indagine Condiretti-Swg) per garantirsi
un’alimentazione più genuina e naturale, ridurre gli sprechi e risparmiare nel tempo della crisi. Un’attività di trasformazione “fai da te” che comporta tuttavia l'osservanza di precise regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che valgono sia per il settore agroindustriale che per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione e della conservazione di frutta e verdure.

Proprio con l’obiettivo di valorizzare il Made in Italy dal campo al vasetto è nata la collaborazione tra l’azienda Rocco Bormioli (produttrice della bottiglia “Una” prescelta per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia) accreditata da Campagna Amica di Coldiretti e la Fai (Filiera agricola italiana) per sensibilizzare i cittadini verso uno stile di vita più sano ed attento alla salute, all’ambiente e alle tasche.

Da oltre dieci anni il gruppo di Fidenza investe infatti per preservare l'ambiente. E’ così che oggi, grazie a nuove tecnologie e alla ricerca di nuovi sistemi di conduzione dei forni, l’azienda emiliana, creata nel 1825 dalla famiglia Bormioli, riesce ad abbattere le emissioni di anidride carbonica in modo sostanziale e a ridurre i consumi di energia per la produzione del vetro.

Bormioli usa infatti il 50% di vetro riciclato per la produzione dei propri articoli. E, grazie alla ricerca e all'innovazione, è in grado di ottenere elevatissimi livelli di qualità tanto che i suoi prodotti sono largamente impiegati per l'industria farmaceutica, alimentare e nella profumeria. Oggi il gruppo emiliano fattura 550 milioni di euro. Il 37% è frutto del volume d’affari di vendite in Italia, il 45% deriva invece dal business in Europa.
 Eduardo Cagnazzi

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