martedì 26 maggio 2015

La mostra “Bella Principessa di Leonardo” alla Villa Reale di Monza


E' toccato alla Omlog il prestigioso incarico di portare in Italia il meraviglioso ritratto di Leonardo "La Bella Principessa". Logistica e trasporto dell'opera, di 33 centimetri per 23, gesso e inchiostro su pergamena e del valore di 106 milioni di euro, hanno visto impegnati diversi professionisti della
divisione "Intex Art Logistics" di Omlog, specializzata nel trasferimento di opere d'arte di prestigio che richiedono un servizio dedicato ad alto valore aggiunto per tutte le fasi: trasporto, sdoganamento, sicurezza, gestione delle pratiche burocratiche, azioni per la preservazione dei beni culturali e coordinamento con le diverse istituzioni coinvolte. Si tratta questo di un grande riconoscimento per Omlog, attore consolidato della logistica "Made in Italy" della moda e dell'arte.

 L’azienda che impiega complessivamente circa 500 dipendenti, ha il suo quartier generale in Italia a Milano, ed è presente ad Hong Kong, Pechino, Shangai, Shenzen e New York. Il CEO di Omlog è Riccardo Fuochi, manager con una trentennale esperienza nei mercati internazionali, Presidente del The International Propeller Club Port of Milan e Confapi Export; l' Amministratore Delegato Asia è Luigi Rapetti.

La mostra, a cura di Scripta Maneant è uno dei padiglioni dell’arte promossi da Vittorio Sgarbi e vede tra gli autori Martin Kemp, Mina Gregori, Cristina Geddo, Elisabetta Gnignera, esperti leonardeschi con un ruolo chiave nella ricostruzione della storia del ritratto e della sua attribuzione. Il mondo conosce l’opera solo nel 1998 in occasione di un’asta di Christie’s a New York: viene ceduta dalla vedova dell’antiquario fiorentino Giannino Marchig a un collezionista canadese per 21.850 dollari (oggi ne vale 106 milioni). Il collezionista però ha visto lungo.

 È convinto che si tratti di un ritratto di Leonardo da Vinci, si rivolge ai massimi esperti, finanzia indagini scientifiche. Determinante il ritrovamento di un’impronta digitale, rilevata con una fotocamera multi spettrale. Si trova in alto a sinistra ed è stata confrontata con altre conosciute di Leonardo: l’artista infatti usava sfumare le sue opere con i polpastrelli, per raggiungere quel tipico effetto di luce soffusa e colori morbidamente amalgamati in cui era impossibile scovare un segno di pennellata. Anche l’esame al radiocarbonio ha confermato un’antichità della pergamena compatibile con la produzione di Leonardo.

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