martedì 16 aprile 2013

Nasce format televisivo Aerospace News

 E' nato su TeleCapri, Aerospace News, un nuovo format televisivo diretto dal giornalista  Antonio Ferrara. Un appuntamento settimanale  prodotto dalla collaborazione fra il canale televisivo Telecapri, Aerospazio Campania, Aeropolis.it e CSE Group. Ogni puntata, oltre ad un notiziario prevede un incontro diretto con in principali attori dello scenario sociale economico e politico del territorio sui  temi di attualità per il comparto aerospaziale della Campania.

 Nel corso delle prime due trasmissioni, oltre  alle news, sono state registrate interviste con l’on. Fulvio Martusciello, il prof. Luigi Carrino, presidente del DAC; il prof. Paolo Giugliano, presidente di ITES Campania; l’ammiraglio Pio Forlani già Ministero della Difesa e rappresentante di PMI Campania e lo scrittore e giornalista napoletano Roberto Todisco.

L’associazione Aeropolis sarà presentata Sabato 4 maggio 2013 alle ore 10.00, presso il Maschio Angioino nel corso di una manifestazione sui temi della situazione del comparto campano dell’aerospazio e sul ruolo della comunicazione e dell’informazione. E’ un’associazione nata nei mesi scorsi che persegue gli scopi di trasferire alle nuove generazioni di studenti, di operatori e ricercatori del comparto aeronautico campano e italiano informazioni e conoscenze, esperienze e competenze, di appassionati e operatori dell’aerospazio e del mondo del volo in tutte le sue articolazioni.

L’Associazione svolge la sua attività in collaborazione con università e enti sia pubblici che privati, e promuove sui temi dell’aerospazio seminari, convegni pubblici e specialistici, ma anche attività editoriale: pubblicazione a fini informativi di notizie in  video e web. Pubblicazioni, di atti di convegni, di seminari, nonché degli studi e delle ricerche compiute.
Inoltre Aeropolis sviluppa attività di formazione o di ricerche e documentazioni sulla storia dell’industria e il lavoro nel comparto aerospazio.

Aerospazio Campania è uno strumento consolidato 

di informazione web, ma è anche una piattaforma intorno alla quale costruire un'attività di networking nazionale ed internazionale, che mette a disposizione degli operatori pubblici e privati gli strumenti necessari alla comunicazione e al confronto di opinioni. Il portale si occupa quotidianamente delle dinamiche del mercato e dell'industria aeronautica, segue le scelte politiche ed economiche che animano il settore aerospaziale, con particolare attenzione alle realtà dei distretti regionali, anche in ottica di collaborazione nazionale.

Yacht Med Festival alla presenza del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti

È stata presentata nei giorni scorsi a Roma la sesta edizione dello Yacht Med Festival, che si terrà dal 20 al 28 aprile a Gaeta dedicato all'Economia del Mare.
Sono intervenuti, moderati dalla conduttrice di Linea Blu Donatella Bianchi, alla presenza del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e del Presidente della Camera di Commercio di Latina Vincenzo Zottola, il Presidente di Camera di Commercio di Roma Giancarlo Cremonesi, il Presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta Pasqualino Monti, il Sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, il Capo Ufficio Relazioni Esterne e Comunicazione della Marina Militare Antonino Parisi, il Segretario Generale di Unioncamere Claudio Gagliardi, il Presidente della Fondazione "G. Caboto" e Amministratore Delegato della d'Amico Società di Navigazione Cesare d'Amico, il Presidente di Assonautica italiana Alfredo Malcarne, il Presidente di Assonat Luciano Serra e il Presidente dell'Istituto Italiano di Navigazione e responsabile area trasporti di Confitarma Luca Sisto.


Molte le personalità che hanno preso la parole, tra queste riportiamo gli interventi di:

Vincenzo Zottola Presidente della Camera di Commercio di Latina
“Quando sei anni fa abbiamo ideato lo Yacht Med Festival ancora non si percepiva distintamente la crisi della nautica. Eppure già allora avevamo individuato nell’integrazione di tutti i settori legati al mare, direttamente e indirettamente, l’unica strada percorribile per dare all’Italia quella posizione di primo piano nel sistema euro-mediterraneo che merita e che ha saputo assumere più volte nella sua storia. Di Economia del Mare era difficilissimo sentir parlare ed è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione che ora stia sempre più diventando uno dei temi primari di confronto. C'è ancora molta strada da fare affinché le istituzioni diano alle filiere del mare un ruolo centrale all’interno dei programmi strategici di sviluppo. Per sostenere questo processo, insieme a Unioncamere, al sistema delle Camere di Commercio e alle principali associazioni di settore, abbiamo avviato un percorso finalizzato ad evidenziare il reale valore dell'Economia del Mare.
Siamo convinti, infatti, che le attuali rilevazioni, dedicate a quello che viene tradizionalmente inteso come cluster marittimo, tengano fuori settori troppo importanti, come il turismo, lo sport, le produzioni tipiche o l'editoria e che lo schema odierno dei codici ateco non sia adeguato ad individuare le specializzazioni legate al mare.
Speriamo, in tal senso, che questa edizione dello Yacht Med Festival possa dare un importante contributo. La Fiera Internazionale dell’Economia del Mare di Gaeta è la sintesi del nostro percorso ed è sempre più un punto di riferimento per imprese, associazioni e istituzioni.
Il suo modello unico e innovativo unisce in un unico Villaggio la nautica e gli altri settori tradizionalmente legati al mare come il turismo, la pesca, la formazione, la portualità, la logistica e i trasporti alla promozione delle produzioni tipiche, dell’artigianato artistico e del patrimonio storico e culturale.
Abbiamo scelto di costruire un grande evento fieristico, ricco di momenti di approfondimento, incontro e intrattenimento. E la scelta si è rivelata vincente.
In un momento di crisi come questo, che le altre fiere di settore hanno dimostrato di pagare, lo Yacht Med Festival cresce in termini di imbarcazioni ed espositori, facendo registrare un 55% di richieste di partecipazione in più rispetto al 2012. Aver dato un’opportunità importante alle imprese è forse l’elemento che più mi inorgoglisce”.
Giancarlo Cremonesi Presidente della C.C.I.A.A. di Roma e di Unioncamere Lazio 
“Lo Yacht Med Festival rientra nel percorso che da diversi anni stiamo portando avanti, insieme al presidente Zottola, in Unioncamere Lazio di valorizzazione della nautica, del turismo e più in generale dell’Economia del Mare. In seno al nostro ente esistono due Tavoli Tecnici composti da tutte le più importanti associazioni di categoria e da tutte le Camere di Commercio del Lazio che con continuità e costanza lavorano congiuntamente al fine di costruire proposte condivise di sviluppo. Siamo forse l’unico sistema camerale che porta avanti azioni di sostegno concrete alle imprese dei settori legati al mare, ad esempio consentendo loro di partecipare alle più importanti fiere di settore, come i Saloni Nautici di Cannes, Genova e Roma”.
Pasqualino Monti Presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta
"Spesso non ci si rende conto di quanto sia importante oggi l'economia del mare per il nostro Paese. Il network di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta è l'unica piattaforma regionale nazionale in un contesto in cui tra porti spesso ci si fa la guerra. Il nostro è un modello vincente ed esportabile. Sono contento, e lo ringrazio per questo, che il presidente Zingaretti abbia deciso di lavorare per fare del Lazio una grande piattaforma.
In questo quadro assume una grande rilevanza lo Yacht Med Festival. I numeri che ha raggiunto danno ragione alla felice intuizione di Zottola che ha investito in un ambizioso progetto di rilancio dell'Economia del Mare. In questi anni nell’ambito della Fiera si sono sviluppati temi cruciali ai fini dello sviluppo del nostro Paese. Dobbiamo adeguare il sistema portuale italiano e noi lo stiamo facendo. Civitavecchia è oggi il primo porto in Europa per traffico crocieristico, a Fiumicino sta nascendo il nuovo porto commerciale, a Gaeta stiamo facendo lavori strutturali importantissimi alla banchina che contribuiranno a confermare il ruolo che grazie allo Yacht Med Festival la città sta acquisendo a livello nazionale e internazionale".
Nicola Zingaretti presidente della Regione Lazio 
"La mia presenza oggi ha un duplice significato. Da un lato penso sia giusto mantenere un filo di coerenza rispetto ai discorsi iniziati in campagna elettorale. Dall'altro perché siamo in presenza di un evento che non riguarda solo gli addetti ai lavori ma il cuore stesso dello sviluppo economico e sociale dell'intero Paese.
Noi dobbiamo metterci in testa che un vecchio modello di sviluppo è finito. E il Lazio deve costruire il suo. Nella nostra Regione investire sull'economia del mare significa investire su uno dei pilastri della nostra economia che può favorire la ripresa, se siamo in grado di cambiare marcia. Da qui la scelta della delega all'Economia del mare.
Intanto per offrire un unico interlocutore politico-amministrativo che dovrà coordinare le risorse, che significano infrastrutture, salvaguardia ambientale, sport, formazione, cultura, raccordo con l'Europa e che non possono essere divise ma devono stare in una strategia unica che deve incidere nelle politiche concrete della pubblica amministrazione.
Come primo passo offriremo a tutti gli operatori lo Sportello unico dell'Economia del Mare e ridaremo al mare quella centralità all'interno dei nostri programmi europei che negli anni ha completamente perso".
Antonino Parisi Capo Ufficio Relazioni Esterne e Comunicazione della Marina Militare Italiana
"Lo Yacht Med Festival ha messo insieme cultura e mare. E la Cultura del mare non si può staccare dalla tradizione dalla Marina Militare Italiana.
La storia di Gaeta è la storia della marineria italiana. Quindi Marina Militare e Gaeta sono un connubio che non si può slegare. Non si può innovare se non si parte dalla conoscenza della tradizione. Noi allo Yacht Med Festival ci saremo per far riconoscere l'importanza del mare. E lo faremo anche con due imbarcazioni di grande pregio come Chaplin e Orsa Maggiore.
La Marineria italiana è un simbolo che difficilmente ci abbandona. Su queste radici di cultura e formazione si fonda la nostra azione.
E voglio chiudere ricordando che quest'anno ricorrono gli 80 anni della nave Rex Nastro Azzurro.
Guardiamo lontano perché il mare è come l'occhio: il bianco è il mare, l'iride è la nave, la pupilla é il marinaio".
Alfredo Malcarne Presidente di Assonautica Italiana 
“Per il mondo della nautica e delle attività connesse e per lo stesso sistema camerale di cui sia¬mo braccio operativo, l’appuntamento con lo Yacht Med Festival diventa inderogabile e riveste un’importanza strategica proprio in un momento così difficile per il settore e per l’economia italiana nel suo complesso. La nostra presenza alla manifestazione di Gaeta sarà attiva e articolata in diverse iniziative. Abbiamo organizzato per quei giorni la Prima Conferenza di Sistema delle Assonautiche d’Italia, con oltre 100 rappresentanti delle 50 Assonautiche provinciali e regionali e delle Camere di Commercio aderenti, provenienti da tutta Italia, con l’obiettivo di approfondire la mission di Assonautica, evidenziarne le prospettive di crescita e fissare i percorsi da attuare insieme al sistema camerale. Porteremo, inoltre, attraverso il progetto Cambusa, le eccellenze e le produzioni tipiche enogastronomiche, agroalimentari e artigianali di diverse regioni italiane”.
Luciano Serra Presidente di Assonat 
“Abbiamo scelto lo Yacht Med Festival quale luogo ideale per ospitare un appuntamento che il nostro Paese aspettava da tempo, il Primo Salone della Portualità Turistica Italiana. La portualità turistica italiana merita una visibilità e azioni di sostegno chiare e mirate. E’ arrivato il momento di considerare i porti turistici per quello che sono: settori qualificanti del Made in Italy, porte di accesso ai territori capaci di qualificarne e promuoverne l’offerta. Durante la manifestazione ci sarà anche la presentazione del nostro grande e ambizioso progetto “Port in Italy”, finalizzato a creare una rete tra tutti i porti turistici italiani”.
Luca Sisto presidente vicario dell'Istituto Italiano di Navigazione e caposervizio politica dei trasporti di Confitarma 
“Può il mare, inteso come insieme del mondo industriale che ruota intorno al mare, essere portatore e leader di una nuova visione trasportistica del nostro Paese?
E' possibile immaginare una politica dei trasporti che non si limiti all'analisi stantia e ripetuta delle criticità dell'ultimo miglio, ma che sappia invece prendere spunto, ed anzi originare, dall'esperienza, dall'antica tradizione e dalle ultime novità tecnologiche dello shipping?
Ed al contrario, può il nostro Paese continuare a "dimenticare" la sua naturale, necessaria  marittimità?
Può la nostra governance proseguire la sua azione nell'evidente paradosso di una cronica assenza di cultura marittima e di una vecchia politica complessiva dei trasporti del Paese, pensata e disegnata, ancora oggi, soprattutto in base alle sole logiche (industriali) dell'autotrasporto?
Queste alcune delle domande che l'Istituto Italiano di Navigazione vuole porre al centro della riflessione sabato 20 aprile in un seminario tecnico e vivace, aperto agli spunti del pubblico, all'apertura dello Yacht Med Festival di Gaeta, facendo leva sulle suggestioni e l'esperienza professionale vissuta dei relatori che si avvicenderanno al tavolo”.

martedì 9 aprile 2013

Formare i dirigenti del domani nello shipping e nella logistica

Con questo obiettivo è stato inaugurato nei giorni scorsi il quinto Master in Shipping, logistica, finanza e strategia d'impresa promosso dall'Ipe Istituto per ricerche ed attività educative di Napoli. Il Master, come sottolineato da Antonio Ricciardi direttore scientifico del corso, “è l’unico nel suo genere”. Alla presentazione, assieme ai laureandi e laureati ammessi, hanno partecipato Lorenzo Burdo direttore Ipe, Carlo Santini direttore scuola di alta formazione Ipe, il presidente di Confitarma Paolo D’Amico e Mario Mattioli presidente Ca.Fi.Ma., in sala numerosi esponenti delle aziende partner (che sostengono i costi del Master e si impegnano nelle attività di docenza con altri professionisti) tra cui l’armatore Manuel Grimaldi, Valeria Novella presidente del gruppo giovani armatori e Lori Balbi, del Consolato americano a Napoli.

 Lavoro presso imprese armatoriali

 A tre mesi dalla conclusione del Master l’80% dei partecipanti lavora presso imprese armatoriali, banche e società di consulenza. Secondo i dati riferiti, in quattro anni, il Master in Shipping ha diplomato 94 allievi di cui 20 lavorano in imprese armatoriali e 74 nel settore bancario-assicurativo e nel campo della consulenza. E proprio in virtù di questi dati, Ricciardi ha sottolineato la necessità di “studiare e capire con agli armatori le azioni da realizzare affinché gli allievi possano essere inseriti nel settore”. In questa direzione, l’apertura del presidente Confitarma D’Amico che ha proposto di
“allargare l’orientamento del corso ricomprendendo tutti i settori legati al mare e, dunque, ad esempio, anche il mondo degli agenti, dei broker, la nautica da diporto che - ha evidenziato D’Amico - è il prodotto made in Italy che più si sta vendendo nel mondo. Non dimentichiamo che le risorse umane sono tutto in questo comparto, sia a bordo sia a terra. Senza ragazzi ben formati e specializzati non può esserci sviluppo”.

Il direttore Ipe, Lorenzo Burdo ha sottolineato l’importanza del Master.
“Questo corso è una scommessa che ci ha permesso di ricevere i complimenti da diversi settori produttivi legati allo shipping. È complesso organizzarlo dal momento che è necessario anche tenere i rapporti con le aziende partner, ma poi vedere negli occhi dei partecipanti interesse ed entusiasmo ci spinge ad andare avanti con un impegno sempre crescente. D’altronde - ha puntualizzato il direttore dell’Ipe - la qualità di un tessuto economico deriva dalle aziende che insistono in un determinato territorio ma anche dai centri di formazione per i giovani”.
E’ importante la specializzazione
 Per Carlo Santini “è importante la specializzazione per distinguersi dalla massa e bisogna incentivare sempre più la creazione di realtà formative che consentano ai ragazzi di acquisire nozioni utili per affrontare al meglio il mondo del lavoro”. Antonio Ricciardi nel suo intervento ha esposto le attività dell’Ipe: “C’è una scuola di alta formazione che tra le sue prerogative, realizza tre master: oltre a questo dedicato allo Shipping, c’è il master in Bilancio e quello in Finanza avanzata. La collaborazione con le aziende è molto forte, gli esperti insegnano ai ragazzi ciascuno per le specifiche competenze del gruppo che rappresenta ed il nostro vantaggio competitivo è dato dal fatto che accanto alle aziende c’è il network universitario in cui individuiamo i migliori docenti”.

Le aziende partner sostengono la Scuola di alta formazione anche attraverso la realizzazione dei project work: le aziende partner indicano alla Scuola un problema gestionale da analizzare e gli allievi del Master – divisi in gruppi e supportati da un tutor aziendale – sottopongono all’azienda idee e proposte ed, in alcuni casi, concrete soluzioni al problema. Nel corso della presentazione del master in Shipping sono emerse anche idee da realizzare in futuro, nell’ottica di avvicinare sempre più il mondo armatoriale alle giovani leve.

 Imprese familiari in evoluzione

 “Le imprese armatoriali – spiegano gli ideatori del Master - sono soprattutto familiari e allora l’idea è quella di realizzare due weekend di incontro tra giovani armatori e ragazzi desiderosi di entrare in questo settore lavorativo. Ora gli armatori si sono resi conto che accanto alla tradizione familiare occorre impiegare altre figure. Noi dobbiamo dare l’opportunità ai giovani di accedere a ruoli di primo piano e possiamo farlo solo mettendo loro a disposizione corsi di formazione completi ed efficaci dove sinergicamente teoria e pratica si intrecciano in maniera efficace e proficua”.

La qualità formativa ed i suoi partner d’eccellenza hanno attratto 100 laureati e laureandi magistrali che hanno presentato domanda di partecipazione, provenienti non solo dagli atenei campani. La maggior parte degli studenti ha studiato a Napoli alla Federico II (il 46%), alla Seconda università (19%) e alla Parthenope (19%) e poi altri ragazzi arrivano da Bari, dalla Luiss, e da L’Orientale e Suor Orsola Benincasa sempre di Napoli. I 26 partecipanti hanno un’età media di 24 anni ed hanno conseguito o stanno conseguendo la laurea di secondo livello con il massimo dei voti in Economia, Ingegneria, Giurisprudenza e Studi Internazionali.

Emanuela Sorrentino


D’AMICO SUL PORTO DI NAPOLI

 Il presidente della Confitarma, Paolo D’Amico si è soffermato anche sul progetto che porterà a realizzare il nuovo porto di Napoli, ridisegnando l’area ed istituendo spazi dedicati al turismo e al commercio.
“È necessario ridisegnare il nuovo water front con l’obiettivo di massimizzare e valorizzare gli spazi e tutto ciò che contiene il fronte mare di Napoli”.
Questa l’opinione di D’Amico, espressa a margine della presentazione del Master in shipping dell’Ipe.
 “In tutti i waterfront - ha detto D’Amico - c’è la storia di un’intera città. Non conosco nel dettaglio il progetto per il waterfront di Napoli, ma tutti i waterfront del mondo sono stati modificati in meglio e, dunque, credo e mi auguro che si operi in questa direzione anche per quanto riguarda Napoli, una città che lega al porto gran parte della sua economia”.
 Ed in generale il presidente Confitarma ha analizzato i numeri del comparto.
“Un settore, quello degli armatori che - come ha sottolineato D’Amico - è stato colpito in modo molto incisivo dalla crisi economica perchè siamo un comparto che anticipa il ciclo espansivo e, purtroppo, anche il ciclo recessivo. Ma bisogna ripartire e gli armatori stanno dimostrando di riuscire a farcela”.

Liguria VS Toscana - La Spezia cresce grazie alla nuova banchina Molo Garibaldi

La Spezia - Inaugurazione del Molo Garibaldi
Alti e bassi del settore crociere che ancora una volta vede i porti italiani in concorrenza fra loro. A Miami, per il Cruise Shipping 2013, nonostante qualche tentativo di “alleanza” la portualità italiana è apparsa disunita mentre, se ne era già parlato a Marsiglia, il punto di forza sarebbe quello di presentare i porti dell’Italia, come un unico grande gate per una terra che offre, sia ai crocieristi che scalano per la prima volta il Mediterraneo, sia ai repeaters, una serie di destinazioni ineguagliabili, sia al Nord che al Sud.
 “L’Italia con circa il 30% del traffico crocieristico nel Mediterraneo soffre della mancanza di un sistema portuale organizzato, spingendo molte compagnie verso altre destinazione”.
Il grido di allarme era stato lanciato dal Presidente dell’Agenzia Cemar, Sergio Senesi, che presentando le previsioni per il 2013 aveva rilevato, a fronte di segnali di stasi del mercato italiano, che ci sarebbe stato almeno un milione di passeggeri che, pur effettuando una crociera nel Mare Nostrum, non avrebbe fatto scali in Italia.

Per invertire la tendenza,

 secondo Senesi,
“sarebbe stato sufficiente migliorare la ricettività dei porti e garantire banchine attrezzate: si tratta di semplici azioni mirate che senza dubbio andrebbero a vantaggio del nostro Paese e a discapito della movimentazione nei porti francesi, spagnoli e croati”.
La lezione è stata recepita da La Spezia che a Miami si è presentata con una banchina dedicata, il Molo Garibaldi, consegnata in questi giorni al termine dei lavori di ampliamento, ed una seconda che sarà attrezzata con un avveniristico Terminal Crociere, in fase di progettazione, pronta, secondo il crono programma, nel 2015. Queste certezze sono state sufficienti a far dirottare alcune navi dal porto di Livorno verso la Liguria, una regione non troppo distante dalle città d’arte toscane.
Il Molo Garibaldi avrà aree e piazzali per circa 45mila metri quadrati di superficie e circa 1 chilometro di nuove banchine utili all’accosto di navi di grandi dimensioni. Sono serviti quasi 500mila metri cubi di terre e rocce per il riempimento; oltre 20mila metri cubi di calcestruzzo strutturale e quasi 12 milioni di chilogrammi di acciaio tra palancole, tiranti, carpenteria e ferri d’armatura. Le nuove banchine sono state attrezzate con 36 parabordi in gomma, 39 bitte d’ancoraggio (di cui 21 da 100 tonnellate e 18 da 150 tonnellate) e con 8 scalette di sicurezza in acciaio inox.
Il Molo Garibaldi ospiterà i primi di aprile la prima nave da crociera, la Costa Classica. Finalmente le navi che fino ad oggi potevano sostare solo in rada hanno a disposizione una banchina dedicata.
 “Si può parlare di uno scatto in avanti, di una accelerazione o anche di una forzatura - ha dichiarato il Presidente dell’Authority Forcieri - Il fatto è che era necessario non perdere questa ennesima occasione di sviluppo per il nostro porto e la nostra città. Dovevamo cogliere l’attimo ed approfittare della disponibilità di una nuova banchina, di quello scalo a terra tanto ambito dalle grandi compagnie crocieristiche poco inclini ad utilizzare il trasporto dei passeggeri tramite tender. In questa decisione, ho avuto dalla mia parte, fin dall’inizio, il Comune della Spezia, la Capitaneria di Porto, la Prefettura, la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Dogane, Polizia, Carabinieri …Tutte le istituzioni con cui abbiamo studiato e stiamo studiando tuttora le soluzioni migliori per far sì che tutto funzioni perfettamente fin dal primo giorno. Ed a questo proposito abbiamo accelerato anche l’iter per il trasferimento, ancorché provvisorio, all’Autorità Portuale del piano terra della palazzina ex Dogane in modo che si trasformi presto in un piccolo terminal passeggeri”.
Livorno retrocede così dalla invidiabile quarta posizione per  numero di crocieristi alla sesta mentre rischia di rimanere inascoltata l’interessante proposta della Regione Toscana e degli attori istituzionali toscani, presenti alla Fiera di Miami con uno stand fuori dagli schemi e di grande appeal, con l’obiettivo di  promuovere la Toscana della Costa, oltre a Firenze, Pisa e Lucca, con itinerari che interessano la città stessa granducale, Bolgheri e le strade del vino, la costa degli Etruschi e l’Isola d’Elba. Presenti a Miami le eccellenze toscane, a partire dall’arte e dalla musica con un concerto con musiche di Mascagni suonate dal violinista Mario Menicagli, dai grandi vini come il Sassicaia, all’innovazione tecnologica di marchi dell’orologeria come Locman.
Il mercato delle crociere ha reagito all’incognita sull’utilizzo della banchinalivornese Alto Fondale, usata per le love boat ma tuttora in concessione alla Compagnia Portuale per i traffici della cellulosa. A differenza del terminalista di La Spezia, Speter SpA  che ha dato la sua disponibilità a  una soluzione provvisoria, in attesa del nuovo molo e stazione marittima che verrà realizzata su Calata Paita, Livorno ha dovuto fare i conti con i portuali che vorrebbero entrare nel business delle crociere in virtù della concessione che hanno fino al 2024. Tutto dipenderà dalla capacità di governo dell’Autorità Portuale che ha previsto nel Piano Regolatore Portuale l’inserimento della banchina nella concessione al terminalista delle crociere, previa delocalizzazione dei traffici commerciali in altre zone del porto.
“La possibilità per le navi passeggeri di potere contare alla Spezia sulla nuova banchina del Molo Garibaldi – ha spiegato il Presidente di La Spezia nonché Presidente dei Ligurian Ports  Lorenzo Forcieri - è stata accolta dal settore con grande interesse. In aggiunta al ruolo consolidato di Genova e Savona la Liguria rafforza e consolida così il suo ruolo e la sua vocazione crocieristica, raggiungendo quest’anno i 2 milioni di passeggeri”.
 La Spezia, grazie alla nuova possibilità di accosto in banchina a partire dal  mese di aprile, triplicherà il suo volume di traffici. Mentrea Savona, da settembre, sarà pronto il secondo palacrociere Costa, in costruzione lungo il nuovo accosto realizzato nella Nuova Darsena
A Savona Costa Crociere ha programmato nel 2013 39 scali e questo farà salire il numero dei passeggeri al Palacrociere sopra quota un milione. Le navi che attraccheranno nel corso del 2013 saranno Neoromantica, Favolosa, Classica, Pacifica, Fortuna, Mediterranea, Deliziosa, Magica e Serena, che ha sostituito la Concordia. Faranno rotta su Savona con arrivi e partenze dal Palacrociere anche la GrandHoliday e la Celebrity di Ibero Cruceros. Il terminal crociere ha tre accosti dedicati e un accosto pubblico può essere utilizzato per consentire l’ormeggio simultaneo di quattro navi.

S.B.

Calabria: il turismo vien dal mare - Quattro gli scali che si aprono alle crociere

Terra di fascino antico, scrigno di bellezze dai monti al mare, regione ricca di testimonianze dalle vestigia della Magna Grecia ai luoghi turistici più alla moda, la Calabria apre al crocierismo i suoi porti, riscoprendo quella vocazione che le viene dagli antichi navigatori, dalla vicinanza con le coste meridionali del Mediterraneo, dallo scambio di culture che fa parte della sua storia e della natura stessa dei suoi abitanti.

La Calabria si presenta compatta


Già in occasione del SeatradeMed di Marsiglia, qualche mese fa, la Calabria si era presentata compatta, con i suoi amministratori, i rappresentanti dei suoi porti e gli operatori del settore, alla platea internazionale. Chiaro l’obiettivo della delegazione:  presentare le opportunità della regione e dei suoi scali per favorire lo sviluppo del turismo crocieristico, volano per la crescita economica del territorio che si estende fra il Tirreno e lo Ionio. Quattro i porti calabresi indicati come mete attrattive per il settore crociere: Crotone, Corigliano, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Un’offerta di banchine e di destinazioni, variegata ed altamente competitiva, che niente ha da invidiare ad  altre regioni che fino ad oggi hanno occupato spazi di mercato più importanti, rappresentando una novità nel panorama crocieristico internazionale ed una destinazione alternativa ai consueti itinerari.
Tutto ha preso avvio con la firma del protocollo d’intesa sulla portualità discusso ed approvato dalla Giunta regionale a fine anno – spiega il Presidente dell’Autorità Portuale Giovanni Grimaldi - Già in occasione del SeatradeMed la Calabria ha messo in mostra le sue potenzialità confermando il Sud Italia come destinazione di grande appeal. Sono state cercate alleanze con altri operatori, a partire dal VTE - Terminal Crociere di Venezia, con Medcruise, con il Presidente dell’Autorità portuale di Corfù Sotiris Vlachos, con il quale si era discusso di avviare una cooperazione per lo sviluppo dell’area marina dell’Adriatico e dello Ionio, sul modello già sperimentato da altre realtà.  Ed i risultati non si sono fatti attendere con la conferma dell’arrivo in Calabria, per la stagione 2013, di dieci navi da crociera, di cui nove nel porto di Crotone”.

Le grandi potenzialità degli scali calabresi


è stata confermata anche dalla più ampia platea internazionale presente a Miami per il Cruise Shipping 2013. Il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, con l’assessore alle politiche internazionali Luigi Fedelee il Dirigente Pasquale Anastasi del Dipartimento regionale turismo, insieme al Presidente dell’Autorità Portuale Giovanni Grimaldi ed al segretario generale Salvatore Silvestri, hanno incontrato numerosissimi stakeholders, sia durante i tre giorni della Fiera che in occasioni esclusive come il Gala Dinner, tenuto presso il ristorante italiano Dei Frescobaldi, al quale era presente anche l’Ambasciatore Italiano a Miami, Adolfo Barattolo. La delegazione calabrese a Miami ha incontrato i rappresentati delle più importanti compagnie di navigazione, Saga Cruiser, Royal Caribbean Cruises, Kristina Cruisers, Carnival Group UK, Seadream Yacht Club, Silversea, Azamara Cruises, Seabourn Cruise Line. Interessanti anche i colloqui con i tour operator specializzati nel settore crocieristico, tra cui, Cemar, Aloschi & Bassani, Medov, Hugo Trumpy e Intertravel.
Abbiamo illustrato le grandi potenzialità dei nostri quattro porti, Crotone, Corigliano, Reggio Calabria e Vibo Valentia – ha dichiarato il Presidente della Regione Scopelliti – riscontrando un notevole interesse da parte di tutti. Un risultato importante sia per sviluppo del turismo crocieristico, che per la promozione in generale dell’intera regione. La Calabria entra a pieno titolo in un settore turistico finora sottovalutato – ha dichiarato il Presidente - importante non solo per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico della Calabria, ma come occasione per far conoscere nel mondo i prodotti delle nostre aziende e per poterli commercializzare”.

Navi da crociera di piccole e medie dimensioni


Come ha spiegato il Presidente dell’Autorità Portuale Grimaldi, l’intento è quello di far arrivare in Calabria navi da crociera di piccole e medie dimensioni. Si tratta di un turismo, spesso di elite, preparato, amante delle bellezze naturalistiche e delle suggestioni di una terra incontaminata, che una volta sbarcato a terra, va alla ricerca della cultura, della storia, delle tradizioni. Si tratta ora di dare gambe al progetto ed attivare quella proficua collaborazione con altri soggetti del settore per avviare un percorso graduale di crescita economica e di presenze turistiche per le  realtà portuali calabresi.
 "La fiera di Miami - ha dichiarato il Presidente Scopelliti - è stata un'esperienza che ci ha consentito di rafforzare un segmento turistico molto interessante, come quello della crocieristica. Con le grandi compagnie potremmo inserirci nei loro circuiti dal 2015, ma con quelle più piccole abbiamo buoni margini per poter programmare qualcosa di significativo già dal 2014. Per la nostra Regione - ha aggiunto il Presidente Giuseppe Scopelliti - la pianificazione in questo settore è importante, si tratta di presenze turistiche nuove, con un target di riferimento medio-alto che punta prevalentemente sui circuiti culturali. La Calabria è una terra ancora poco esplorata e rappresenta un'attrazione di sicuro interesse

Viene premiata la programmazione e l’intuito del Presidente Giuseppe Scopelliti – conferma il Presidente dell’Autorità Portuale Giovanni Grimaldi - che, sin da subito, ha inteso guardare al settore turismo in tutte le sue sfaccettature, valorizzando anche la grande risorsa, finora mai considerata tale, del mare e quindi dei porti. Stiamo portando avanti in modo sinergico con la Regione questo programma - ha ancora affermato il Presidente Grimaldi - per intensificare il settore del turismo crocieristico in quattro porti calabresi, di cui due di competenza dell'Autorità Portuale, ossia Crotone e Corigliano. Ci riteniamo soddisfatti per quanto abbiamo fatto finora, gli arrivi delle prime navi ne sono una testimonianza. Ritengo che i pacchetti turistici presentati a Miami - ha aggiunto il Presidente Grimaldi - si inseriscono bene in una più ampia offerta che la Regione ha già messo in campo. Sono fiducioso per il futuro. Si sta già pensando ad  investimenti nel settore, anche in termini di strutture, per la realizzazione provvisoria di un terminal in tensostruttura, in modo da offrire ai passeggeri la migliore accoglienza”.

Patrizia Lupi

lunedì 8 aprile 2013

L’Italia conquista un primato europeo …… nelle procedure di infrazione.

Pochi giorni dopo il brutto naufragio della “Costa Concordia”, scrivevo sulla rivista Porto&diporto:
L’inchiesta avviata per il naufragio della “ Costa Concordia “ dovrebbe essere, per la prima volta, quella di sicurezza richiesta dalla direttiva comunitaria ……. Il condizionale è d’obbligo in quanto, non essendo stato finora emanato il decreto che stabilisce struttura organizzativa e composizione dell’Organo investigativo, mancherebbe il presupposto per l’attivazione dell’inchiesta di sicurezza.
Andiamo con ordine, anche perché tutte le volte che l’Italia deve attuare una direttiva comunitaria, i tempi e le modalità di attuazione non hanno mai un percorso lineare.

1. Il Consiglio dell’Unione Europea, con la direttiva 1999/35/CE del 29 aprile 1999, aveva invitato gli Stati membri ad attenersi al “Code for investigation of marine casualties” adottato nel 1997 dall’assemblea dell’IMO, osservando, tra l’altro, che gli Stati membri
dovrebbero provvedere affinché il loro ordinamento giuridico consenta loro, nonché ad altri Stati membri aventi fondato interesse, di partecipare o cooperare alle inchieste sui sinistri marittimi, o di condurre le stesse in base alle disposizioni del codice IMO in materia di inchieste sui sinistri marittimi.
 L’International Maritime Organization, con le risoluzioni del 1997 e 1999, aveva raccomandato, ai fini dell’analisi dei sinistri marittimi per la ricerca delle relative cause, l’adozione del “Code for investigation of marine casualties” e, in particolare, il principio di un comune approccio alle indagini, con il coinvolgimento della comunità marittima internazionale, al fine di identificare le cause tecniche del sinistro ed adottare le necessarie raccomandazioni ed azioni correttive.
L’Italia, dopo avere ignorato le raccomandazioni dell’IMO, non poteva ignorare anche la direttiva comunitaria e quindi, nell’ambito del D. Leg. 2 febbraio 2001, n. 28, decideva di fare un primo passo con la costituzione della Commissione Centrale di indagine sui sinistri marittimi. La relativa disciplina è nel nuovo art. 466-bis introdotto nel Regolamento del Codice della Navigazione.
La Commissione Centrale, istituita presso il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto,
 ha il compito di monitorare i sinistri marittimi, al fine di proporre interventi di modifica delle regole tecniche o normative che risultino necessari o opportuni per il costante miglioramento delle condizioni di sicurezza della navigazione.
La Commissione è condizionata da due peccati originali. Il primo è strutturale in quanto la Commissione nasce con i colori del Corpo delle Capitanerie di Porto ed opera in un regime di dipendenza gerarchica e funzionale dal Comando Generale.
Il secondo peccato è ancor più invasivo. Pur dovendo operare sul piano della “investigazione tecnica” per l’accertamento delle cause e non delle responsabilità del sinistro, la Commissione non partecipa all’attività investigativa che resta di competenza delle autorità marittime o consolari. Ne consegue che la Commissione interviene se e quando riceve gli atti della inchiesta sommaria e/o formale.
 In poche parole, l’investigazione tecnica si esaurisce con un giudizio espresso sugli atti investigativi svolti dalle autorità marittime, anche qualche anno dopo il sinistro, ai fini dell’accertamento delle responsabilità e non delle questioni tecniche relative alle cause del sinistro.
 2. Trascorrono cinque anni e non si muove foglia che il Ministero non voglia!
 Nel 2002 il Parlamento ed il Consiglio Europeo avevano adottato la Direttiva 2002/59/CE relativa alla istituzione di un sistema di monitoraggio del traffico navale. E l’Italia, con il D.Leg. 19 agosto 2005, n. 196, aveva dato attuazione a tale direttiva.
Il Ministero si sveglia di buon mattino il 9 gennaio 2006. Un incubo notturno aveva minacciato pene infernali per il mancato aggiornamento delle inchieste sui sinistri marittimi. Ed ecco che il Ministero decide di emanare la circolare 08/S.M. con istruzioni per la conduzione delle inchieste e per il funzionamento della Commissione Centrale.
 Tutto ciò non è però sufficiente per cancellare i due peccati originali. Anzi, la sovrapposizione delle circolari e la incompatibilità tra la investigazione tecnica e le tradizionali inchieste creano non poca confusione a livello sia centrale che periferico.
 3. Trascorrono altri tre anni e i due peccati originali sono sempre più palesi ed eclatanti.
 Arriviamo alla Direttiva 2009/18/CE del 23 aprile 2009 che, modificando le precedenti direttive del 1999 e 2002, fissa i principi fondamentali per le inchieste sui sinistri marittimi.
I “considerando” della direttiva appaiono come fulmini e saette per chi si è macchiato di peccati originali:
Occorre tener conto del codice delle inchieste sui sinistri e sugli incidenti marittimi allegato alla risoluzione A.849 (20) dell’Assemblea dell’IMO del 27 novembre 1997 …….
Condurre inchieste di sicurezza in occasione di sinistri e incidenti che coinvolgono navi …., è di estrema importanza per stabilire efficacemente le circostanze e le cause di tali sinistri o incidenti. Pertanto, tali inchieste dovrebbero essere svolte da inquirenti qualificati sotto il controllo di un organo o ente indipendente dotato dei necessari poteri al fine di evitare qualsiasi conflitto di interesse. Poiché l’obiettivo delle inchieste di sicurezza è la prevenzione di sinistri e incidenti marittimi, le conclusioni e le raccomandazioni in materia di sicurezza non dovrebbero in alcun caso determinare le responsabilità o attribuire colpe.
 In base a questi “considerando”, la direttiva fissa i principi fondamentali:
Gli Stati membri assicurano che le inchieste di sicurezza sono svolte, sotto la responsabilità di un organo inquirente permanente ed imparziale, dotato dei necessari poteri, da personale inquirente adeguatamente qualificato e competente in materia di sinistri ed incidenti marittimi.
 Al fine di realizzare l’inchiesta di sicurezza in modo imparziale, l’organo inquirente è indipendente sul piano organizzativo, giuridico e decisionale da qualsiasi soggetto i cui interessi possono entrare in conflitto con il compito affidatogli (art. 8).
 Previo reciproco accordo, i paesi terzi titolari di interessi rilevanti sono ammessi in qualsiasi fase del procedimento a partecipare all’inchiesta di sicurezza condotta da uno Stato membro ai sensi della presente direttiva (art. 12.2). Le inchieste di sicurezza effettuate ai sensi della presente direttiva danno luogo alla pubblicazione di un rapporto …. Gli organi inquirenti si adoperano per pubblicare i rapporti, comprese le relative conclusioni e ogni possibile raccomandazione entro dodici mesi dalla data del sinistro.
 Nel caso in cui non sia possibile produrre il rapporto finale entro tale termine, è pubblicato un rapporto provvisorio entro dodici mesi dalla data del sinistro (art. 14).
 4. La direttiva comunitaria è del 28 aprile 2009. Soltanto il 16 giugno 2011 il Consiglio del Ministri prende posizione e il 6 settembre 2011 viene emanato il decreto legislativo n. 165 per l’attuazione della direttiva 2009/18/CE. Il provvedimento è entrato in vigore il 21 ottobre 2011.
L’art. 4.2 dispone che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti provvede, con proprio decreto,
a stabilire la struttura organizzativa e la composizione dell’Organismo investigativo, utilizzando unità di personale già in servizio e strutture già esistenti nell’ambito del Ministero ….. senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. 
Mi chiedo: è mai possibile costituire un Organismo investigativo con inquirenti qualificati, facendo ricorso a personale già in servizio e a strutture ministeriali già esistenti ? Ed è mai possibile rendere l’Organismo investigativo indipendente sul piano organizzativo, giuridico e decisionale, nonché dotato di necessari poteri, a costo zero ?
La risposta mi arriva con l’art. 18 che detta norme finali e transitorie:
Fino all’emanazione del decreto di cui all’articolo 4, comma 2, la commissione centrale d’indagine sui sinistri marittimi di cui all’art. 466-bis del regolamento …. opera con la composizione individuata dall’art. 466-bis, comma 3, del regolamento per la navigazione marittima.
In altre parole, il fantomatico organo investigativo può operare a costo zero soltanto perché la struttura, il personale, i poteri, la dipendenza gerarchica e la metodologia di lavoro restano nei vecchi schemi della commissione centrale.

 5. Sul Lloyd’s List del 7 febbraio 2013 si legge:
  Italy’s failure to complete its accident investigation into “Costa Concordia” is simply unacceptable ….. Given the seriousness of the disaster, which happened over a year ago, this failure by Italy is unacceptable. We still have no official understanding of what the underlying causes were with respect to an accident that really should never have happened.
 La Commissione europea non può rimanere silente e, poco dopo, chiede informazioni e chiarimenti alle autorità italiane in merito alla mancata presentazione di un rapporto anche provvisorio e sottolinea l’anomalia di un organismo investigativo composto,
 con tutta evidenza, da funzionari pubblici del ministero o da ufficiali della Guardia Costiera italiana. Di conseguenza, sulla base delle informazioni in possesso dei servizi della Commissione,
vi è il dubbio che l’indipendenza e l’imparzialità delle inchieste di sicurezza possano essere compromesse.
La Commissione invita le autorità italiane ad esprimersi in merito. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di avviare una procedura di infrazione a norma dell’articolo 258 del trattato per attuazione non corretta della direttiva 2009/18/CE..
E la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in data 4 marzo 2013, ha invitato il Ministero ed il Comando Generale a fornire le richieste informazioni e la relativa documentazione entro il 24 aprile 2013.
Purtroppo, ove anche la documentazione fosse fornita entro il termine assegnato, i presupposti della procedura di infrazione resterebbero inalterati. L’Italia non ha costituito l’Organismo investigativo ed il decreto legislativo 165/2011 ufficializza la decisione di non volerlo costituire.
Chiudo con un mesto commento: sbaglia chi pensa che ricerca ed innovazione possano essere fatte a costo zero.
 Avv. Bruno Castaldo

La Preziosa crescita italiana di Bureau Veritas


Fra i vari primati di MSC Preziosa, la nuova ammiraglia di MSC Crociere battezzata a fine marzo a Genova, ce n’è uno doppiamente significativo, essendo testimonianza, da una parte, della crescente attenzione da parte dell’armamento per il tema della salvaguardia ambientale, e, dall’altra, di un sodalizio imprenditoriale sempre più stretto.
In occasione della cerimonia genovese Pierfrancesco Vago, amministratore delegato di MSC Crociere, ha infatti ricevuto, direttamente da Philippe Donche-Gay, capo della divisione Marine & Offshore di Bureau Veritas, ente di classifica ‘storico’ per l’intera flotta della compagnia crocieristica di Gianluigi Aponte, il certificato 7 Golden Pearls, assegnato, per la prima volta, alla quarta nave della classe Fantasia. Presente all’incontro, naturalmente, anche Vittorio Damonte, numero uno della divisione Marine dell’ente di classifica francese in Italia, che ha spiegato:
“Il certificato è uno dei massimi riconoscimenti al mondo per le navi da crociera ed è attribuito in ragione della specifica attenzione prestata dalla compagnia, su base del tutto volontaria, in materia di QHSE, acronimo che sta per Quality Health Safety Environment”.
Il 7 Golden Pearls attesta che MSC Preziosa è stata progettata e costruita in modo tale da ridurre il più possibile le emissioni inquinanti in acqua e nell’aria e che è dotata delle più sofisticate attrezzature disponibili per il trattamento dei rifiuti di ogni genere. E se le precedenti navi di classe Fantasia erano arrivate a contare ‘solo’ 6 Golden Pearls (riconoscimento di Bureau Veritas che racchiude le certificazioni ISO 14001, HSAS 18001 e ISO 22000, rilasciate in ordine alla dotazione, presente su queste navi, dei più elevati standard in materia di, rispettivamente, Environmental Management System, Safety Management System, Food Safety Management), MSC Preziosa ha fatto un ulteriore salto di qualità, ottenendo dall’ente di classifica anche la ISO 50001, che certifica la presenza dei più elevati standard in materia di Energy Performance:
“L’ISO 50001 attesta che sulla nave è in funzione un sistema di gestione volto alla sistematica ottimizzazione delle performance relative ai consumi energetici. L’ottenimento di questo riconoscimento è il risultato dell’impegno di MSC Crociere per la salvaguardia dell’ecosistema marino”
ha sottolineato Damonte, ricordando come Bureau Veritas abbia seguito la surveillance anche di MSC Preziosa:
“Come già avvenuto per le altre newbuilding della flotta, abbiamo seguito, come gruppo, tutto il processo di costruzione della nave presso i cantieri STX di Saint Nazaire. In Italia se ne è occupato per lo più il nostro ufficio di Napoli, che ha lavorato a stretto contatto con la base tecnica di MSC, di stanza a Sorrento. Considerata la crescente sensibilità verso i temi della salvaguardia ambientale, il 7 Golden Pearls è destinato a diventare un modello per le compagnie armatoriali, non solo del settore passeggeri”
ha aggiunto il manager genovese.
Se il battesimo di MSC Preziosa è stato l’evento di punta degli ultimi mesi per il presidio italiano di Bureau Veritas, occorre in aggiunta ricordare che l’ente di certificazione francese è cresciuto molto nel nostro paese negli ultimi anni, grazie al lavoro delle sedi della divisione Marine, Genova e Napoli in testa: il dato forse più eclatante è nella percentuale della flotta tricolore che ha scelto Bureau Veritas, passata dal 16% (in termini di tonnellaggio) di cinque anni fa ad oltre il 20% di fine 2012. Molti gli armatori italiani che hanno scelto Bureau Veritas, ma non solo:
“In questi anni – ha evidenziato Damonte – abbiamo anche avviato e coltivato un sempre più proficuo rapporto con Fincantieri: abbiamo infatti seguito la surveillance della costruzione di cinque navi da crociera e ci stiamo occupando anche della nuova unità di Compagnie Du Ponant, prevista in consegna dallo stabilimento di Ancona nei prossimi mesi”.
Da sottolineare, infine, come Bureau Veritas abbia deciso recentemente di puntare molto sulle attività di certificazione navale, a cui finora era imputabile un 10-12% del giro d’affari complessivo dell’ente di certificazione (intorno ai 4 miliardi di euro): nell’ambito della riorganizzazione aziendale, che a fine anno ha portato Donche-Gay a subentrare al suo predecessore Bernard Anne, alla divisione Marine è stata infatti accorpata quella Offshore: prevedibile, quindi, che i numeri presentati pochi mesi fa al 22esimo Comitato Italiano di Bureau Veritas a Napoli siano destinati a crescere ancora. A livello globale l’ente certifica oggi oltre 11.000 navi, per oltre 94 milioni di tonnellate di stazza lorda, a cui si aggiungeranno 684 nuovi ordini nel solo 2012.
Andrea Moizo

Messina - Autorità portuale dello Stretto

Balzo avanti del porto di Messina, che conferma anche quest’anno la crescita impetuosa che lo porta fra i top della classifica italiana delle crociere. Lo scalo peloritano, scelto da Royal Caribbean per gli approdi delle sue navi, con oltre 500mila crocieristi si colloca nella fascia degli scali fra i 500mila e il milione di crocieristi, al fianco di Bari e di Livorno, che retrocede dalla quarta posizione del 2012. Sei saranno i porti fra i 100mila e i 500mila passeggeri: Catania, Palermo, Salerno, Ancona, Cagliari e La Spezia. Cinque fra i 50mila e i 100mila, undici fra 10 e 50mila, trentatre porti minori che non raggiungono i diecimila passeggeri.

Separata dall’Italia da soli 5 km di mare

Messina è il naturale punto di approdo per chi proviene dalla penisola ed è uno dei punti di accesso privilegiati per un esaltante viaggio verso le isole minori della regione. Il suo porto a forma di falce nell'antichità le ha attribuito il nome di Zancle. E' porto di scalo dei traghetti per il continente ed importante porto di partenza per le crociere nel Mediterraneo Occidentale, ma anche centro industriale, sede universitaria e centro turistico: basta ricordare Taormina, celebre destinazione turistica e le isole Eolie. Numerosi sono i monumenti da visitare nella città di Messina: il Duomo, di stile normanno e il Museo Regionale. Da visitare ancora in questa splendida città: la Chiesa di San Giovanni di Malta, edificio tardo-cinquecentesco; la Chiesa di San Francesco d'Assisi, Monte di Pietà, la Fontana di Orione e la chiesa di Santa Maria Alemanna. Non solo quindi scalo marittimo, ma essa stessa destinazione turistica di grande valore.

Ma Messina guarda oltre lo stretto

Ora che il ponte non s’ha da fare prende sempre più corpo l’idea, lanciata qualche tempo fa, ma ripresa recentemente anche dalla organizzazioni sindacali, per una Autorità dello Stretto. Sì, lo stretto di Messina. Un’ Autorità portuale con competenza su Messina Milazzo e Reggio Calabria che potrebbe avere  vantaggi operativi ed economici per le popolazioni coinvolte e per il sistema delle imprese,  con un obiettivo condiviso: mettere in sinergia le strutture e le risorse necessarie ad affrontare in maniera organica il nodo dei trasporti e delle attività portuali nello Stretto e nei territori delle due aree metropolitane che vi si affacciano.
“Un’unica Autorità portuale – ne conviene Antonino De Simone, Presidente dell’Autorità Portuale di Messina – individuando con precisione le aree di competenza, potrebbe certamente collegare al meglio porti, aeroporti, stazioni marittime e ferroviarie, terminals crocieristici, realtà urbane e distretti turistici, realizzare infrastrutture capaci di rendere il nostro territorio più vivibile e più idoneo ad attrarre investimenti ed insediamenti produttivi. Ciò sarebbe possibile superando duplicazioni e conflitti di competenze e mettendo insieme e finalizzando a questi scopi risorse economiche esistenti e immediatamente disponibili”.
Ma come per ogni progetto in Italia, dove si devono sedere al tavolo più soggetti, e soprattutto Enti diversi, ci sono da superare gelosie, campanilismi ed egoismi, riunendo tutti i soggetti interessati e chiedendo agli organismi competenti le opportune rapide determinazioni.
Occorre agire su due fronti - dichiarano i sostenitori del progetto - Da un lato, l’attuazione dell’area metropolitana dello Stretto, che deve essere sancita con passaggi istituzionali e atti concreti e, dall’altro, l’eliminazione dei conflitti di competenze che hanno finora paralizzato ogni piano di riqualificazione e di sviluppo delle aree portuali e della Zona falcata”.
I sindacati chiedono al prefetto che venga rapidamente convocato un “tavolo” per avviare un percorso che conduca ad un confronto aperto e democratico, capace di assumere sollecitamente decisioni e consegnare alla città un progetto concreto di utilizzo delle aree della cittadella fieristica, sia in termini di restituzione alla fruizione di luoghi pubblici sia di un auspicabile impiego produttivo di quelle stesse aree. La città auspica che si possa imboccare in tempi brevi la strada che porta alla “rigenerazione urbana” dell’affaccio a mare. Messina ha grosse potenzialità nel traffico crocieristico e in questa direzione vanno i piani di ristrutturazione, di ammodernamento, di abbellimento di una città che vuol giocare la carta di un turismo non più solo "mordi e fuggi". Si pensi al collegamento strettissimo tra la realizzazione del nuovo porto di Tremestieri e la qualità della vita dei messinesi, la sicurezza, tutela della pubblica e privata incolumità, la riorganizzazione complessiva della mobilità urbana. Porto e città rappresentano un binomio inscindibile.

Patrizia Lupi