sabato 11 maggio 2013

Tradizione Tavola e Territorio

I Prodotti Agroalimentari Tradizionali rappresentano un biglietto da visita dell'agricoltura italiana e campana di qualità. Con il termine prodotti tradizionali s'intendono quei prodotti agroalimentari le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni. Il sistema dei prodotti tradizionali è regolamentato dal decreto del 18 luglio 2000. L'Italia vanta oltre 5000 prodotti tradizionali;  lo comunica il rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, Rosario Lopa, già Delegato della provincia per il settore Agricoltura, a margine della presentazione del decreto Ministeriale sull’aggiornamento dei Prodotti Tradizionali (elenco aggiornato a luglio 2012 dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni italiane) ha affermato:
”Sono circa 5000 i prodotti frutto del territorio e delle tradizioni che in esso si tramandano. E’ questo il ricco e gustoso Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali delle Regioni, ovvero il motore del turismo enogastronomico che in Italia vale 5 miliardi di euro. Una ricchezza nazionale che comprende  i prodotti ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo. I prodotti tradizionali agro-alimentari, insieme ai prodotti DOP e IGP, ai vini DOC e DOCG ei vini IGT e ai prodotti meritevoli di riconoscimento comunitario per la cui realizzazione si usano materie prime di particolare pregio rientrano tra i prodotti tipici e sono oggetto di particolare attenzione da parte dei governi locali, regionali, nazionali e dell'Unione Europa. L’elenco protegge dalle falsificazioni e a conservare anche in futuro, nella sua originalità, il patrimonio regionale delle tipicità, ma anche per disegnare la mappa enogastronomica del territorio per le vacanze 2013”.
Per più di un italiano su tre, infatti, dipende dal cibo il successo della vacanza che per essere perfetta non deve mai far mancare la degustazione delle specialità enogastronomiche locali. Nella mappa delle regioni bandiere del gusto, la Campania si posiziona bene con oltre 370 prodotti.

L’Aerospazio, una realtà

Un successo straordinario. In questo caso non è un modo di dire.
E’ questo il risultato ottenuto - in una giornata assolata e condizionata dall’avvio del Giro d’Italia - dagli organizzatori del convegno su
 “La comunicazione e la conoscenza per lo sviluppo delle imprese aeronautiche”
promosso dall’Associazione Aeropolis.it e dalla Fondazione Valenzi.
Il dibattito, tenuto nelle sale del Maschio Angioino a Napoli, è stato introdotto da Antonio Ferrara, figura nota alle aziende e agli operatori del comparto aerospaziale, presidente dell’associazione Aeropolis, esperto di marketing del settore, giornalista e responsabile del portale Aerospaziocampania.
Un risultato che premia l’intuizione degli organizzatori di aprire un confronto sul tema del rapporto tra sviluppo delle imprese e ruolo della moderna comunicazione. Il dibattito non ha deluso le aspettative: ben articolato e gestito con qualità dei contenuti.
Come raramente accade per occasioni simili, il convegno ha raccolto uno spaccato rappresentativo dell’industria aerospaziale campana. Oltre la metà dei convenuti erano piccoli e medi imprenditori e rappresentanti di aziende, in sala anche lavoratori, operatori, sindacalisti e rappresentanti di grandi aziende del settore. Non mancavano responsabili e managers di centri di ricerca e formazione, professori universitari e ricercatori.

Ospiti e relatori Nick Brogh e Paolo Graziano presidente dell’Unione Industriali di Napoli.
Un esordio promettente e una legittimazione rappresentativa per un’associazione come Aeropolis che opera da anni nella comunicazione indipendente di settore e si propone come soggetto di riferimento per il Distretto Campano e per il cluster nazionale dell’aerospazio. Il dibattito è stato stimolato, più che moderato, da Antonio Ferrara, presidente di Aeropolis, nel corso di due panel.
Nel primo, proposto come istituzionale, la discussione sul monitoraggio e le prospettive del comparto aeronautico campano è stata aperta dal professor Luigi Carrino, presidente del DAC

Distretto Aerospaziale della Campania.

Dopo diversi altri contributi, la discussione è stata conclusa da Paolo Graziano, presidente dell’Unione Industriale di Napoli.
Il  secondo panel è stato avviato da Nich Brough, sui temi della comunicazione e l’informazione,  intesi anche come fattori del business per le aziende aeronautiche. Tra gli altri, sono intervenuti Enzo Savarese del CIRA, Sergio Mazzarella, Paolo Giugliano. I contenuti del dibattito e la stessa dimensione del successo dell’iniziativa,  pongono, per chi vuole interpretarli, una riflessione.
Il confronto è stato fuori da formalismi, sereno ma chiaro e determinato nelle argomentazioni dei diversi interrogativi posti e in attesa di risposta da interlocutori istituzionali.
Tra le imprese campane della filiera aeronautica è diffusa diffidenza verso la grande azienda nazionale e sfiducia verso il sistema istituzionale e politico regionale che da troppo tempo  non  riesce a concretizzare strumenti  per lo sviluppo delle pmi. Eppure, e questo è il paradosso, a ogni piè sospinto, non manca chi definisca il comparto aerospaziale regionale strategico per la reindustrializzazione e la ripresa dell’economia regionale.

In realtà c’è la consapevolezza che è ormai alle spalle la stagione nel corso della quale una classe politica nazionale e locale trasferiva alla grande imprese la discrezionalità, poteri e risorse incontrollate anche per attivare lo sviluppo della filiera.
Quel sistema ha contributo a produrre effetti implosivi del sistema industriale nazionali e oggi  i players devono fare i conti con la competitività quindi qualità e produttività.
Si investe dove conviene, si lavora con chi garantisce affidabilità, costi bassi e qualità.
Del resto la crisi devastante dell’economia e dell’industria regionale con le drammatiche conseguenze prodotte nel corpo sociale, invece di produrre un ritorno alle responsabilità, sta generando un vuoto di  classe dirigente.
Chi non è più giovanissimo, ricorderà, esagero volutamente con il paragone, la fuga della classe politica napoletana durante il Colera, negli anni 70.

Le risorse pubbliche sono blindate e la classe politica locale aspetta un assetto nazionale, la piccola azienda legata alla subfornitura aspetta le decisioni della grande e media. Il manager della grande azienda  o amministratore o rappresentante delle istituzioni o politico non decide perché in attesa di un assestamento dei poteri, che come dopo un terremoto avremo solo dopo un lungo sciame di scosse di assestamento. Nel frattempo la crisi continuerà a produrre i suoi effetti, e crescerà il malessere nella società intera, tra le imprese, i lavoratori e i giovani in cerca d’occupazione.
Il successo dell’iniziativa di Aeropolis è tutto in questa insofferenza diffusa tra i soggetti attori del comparto campano. Quest’anno, per la prima volta e dopo essere stata la prima regione italiana a farlo in passato, la Campania sarà assente dal Salone di Le Bourget mancanza di fondi, non certo di capacità organizzativa.
E’ stato detto che l’industria aeronautica è un boccone appetitoso a cui guardano altri territori che pur non vantando la storia, le esperienze e le preesistenze aeronautiche della nostra regione sono sostenute da un sistema politico coeso e determinato. Una considerazione da cui emergono i timori che una forte aggregazione politica della cosiddetta macro regione del Nord, cosi come è avvenuto nel recente passato, condizionerà le scelte dei players di Finmeccanica nella divisione nazionale del lavoro.

Il recente piano di ristrutturazione di Alenia Aermacchi ha penalizzato pesantemente i siti campani e ha visto uscire dal gruppo l’intera generazione protagonista del successo di ATR; il trasferimento della sede legale del gruppo Alenia Aermacchi a Venegono, l’incertezze sul lancio del programma del nuovo turboelica e/o le motivazioni che determinano le priorità di programmi di nuovi addestratori o UAV, sono temi che sebbene inaspettati, sono emersi in diversi interventi.
Il mercato, è stato detto da Graziano, richiede ormai da anni il nuovo velivolo turboelica nel segmento dei velivoli regionali e ancora siamo in attesa di decisioni inequivocabili. Il professor Leonardo Lecce ha parlato di nuovi programmi valutati da Finmeccanica anche in comparti dove il recupero sui concorrenti è abissale. Mario Raffa ha ricordato e ricostruito la sua esperienza in Città della Scienza e Futuro Remoto, ma ha posto l’interrogativo anche del perché negli anni scorsi si proponeva di  trasferire a Varese le attività di ricerca per l’elicotteristica e si decidevano tagli pesanti dei fondi che erano stati previsti per il  CIRA inserito tra gli enti inutili.

Al professor Carrino, presidente del DAC, da Luigi Iavarone e da altri, è stato riconosciuto impegno e concretezza,  per il DAC ci sono in ballo oltre 90 milioni di denaro pubblico previsti per finanziare i progetti di ricerca del piano approvato dal MIUR. Si tratta di risorse tanto più necessarie quanto preziose in tempo di crisi, e l’unica opzione possibile è che dovranno trasformarsi in elementi concreti di sviluppo e di creazione di nuova occupazione in tutte le imprese che beneficeranno dei finanziamenti.
Se una conclusione è possibile, in un dibattito tutto aperto, questa è in una considerazione: neanche nel mondo delle imprese c’è più interesse e volontà alla delega perché il sistema pubblico è bloccato, le aziende cercano un’autosufficienza in confini più contenuti e definiti, mancano risorse e politiche di sostegno, mancano idee e soggetti rappresentativi e soprattutto legittimati.

Chi pensa che un patto di produttori sia una risposta alla deindustrializzazione dell’economia italiana, può, a nostro avviso, trovare significativi spunti da una riflessione sull’iniziativa di Napoli di Aeropolis.
Una considerazione che ci sentiamo di condividere è quella che non basta più dichiarare di essere bravi, occorre dimostrare di esserlo recuperando quel  protagonismo che lo stesso Graziano propose tempo addietro ai suoi colleghi imprenditori.

venerdì 10 maggio 2013

TRUCKLAB LABORATORIO DI RIFLESSIONI E IDEE INNOVATIVE PER L'AUTOTRASPORTO



Presso lo Sporting Club di Monza si è tenuta lo scorso 8 maggio la presentazione di truckLab, laboratorio nato con l'obiettivo di accogliere riflessioni ed approfondimenti attorno alla filiera del trasporto.

truckLab


è un contenitore di idee ideato e sviluppato in seno a truckEmotion, evento dedicato al mondo dei veicoli da trasporto e da lavoro che torna quest'anno con la seconda edizione nell'Autodromo di Monza, nelle stesse date che ne hanno decretato il successo lo scorso anno, 11, 12 e 13 ottobre.

Fabrizio Turci, amministratore delegato di SIAS-Autodromo Nazionale di Monza, dopo una riflessione sulla sicurezza stradale quale obiettivo da perseguire, ha rilanciato l'appuntamento di ottobre con truckEmotion.
L'Assessore alle Attività Produttive del Comune di Monza Carlo Abbà ha sottolineato la trasversalità dei trasporti e la loro importanza per tutte le attività produttive, e quindi più globalmente per l’economia.

Di economia pura ha parlato Aldo Varenna, private banker e Coordinatore Financial Planners Project Edmond de Rothschild, che, dopo un'accurata analisi dello scenario europeo, ha disegnato il quadro dei prossimi cinque anni incoraggiando a leggere il rischio del mercato quale opportunità, da raggiungere con la diversificazione e la capacità di creare sinergie, anche attraverso network e associazioni d'imprese.
L'intervento di Antonio Cernicchiaro, direttore Relazioni Istituzionali UNRAE, ha ribadito la necessità di fare network tra le imprese, per costituire un fronte comune forte e in grado incidere sulle istituzioni, con l'obiettivo di realizzare progetti mirati e concreti.

Singolare e molto interessante il contributo del Prof. Pietro Trabucchi, psicologo sportivo, che attraverso una riflessione sul concetto di resilienza ha messo a confronto il mondo dello sport con quello dell'imprenditoria, evidenziando come gli imprenditori, così come gli atleti nelle gare più dure, devono fare ricorso alle risorse motivazionali per fronteggiare i momenti difficili.

A conclusione l'intervento di Danilo Pozzi di IPQ, tra gli organizzatori di truckEmotion, che ha riconfermato per il 2013 il format vincente della manifestazione, ricco di convegni, workshop e prove in pista. Attraverso emozione, passione e business truckEmotion è una risposta concreta per la filiera che non si arrende.

Nuovo incarico Costa per Mina Piccinini

Nominata Senior Vice President Communication and Sustainability

A partire dal 13 maggio, Mina Piccinini assume l'incarico di Senior Vice President Communication and Sustainability di Costa Crociere S.p.A., a diretto riporto dell’Amministratore Delegato Michael Thamm.
A lei risponderanno le funzioni: Corporate Communication, Ufficio Stampa,  Sostenibilità, Pubbliche Relazioni ed Eventi. Mina Piccinini, 39 anni, ha maturato una lunga esperienza nell’ambito della comunicazione e in quello della sostenibilità, prima nel settore no profit e poi  ricoprendo vari incarichi internazionali all'interno del Gruppo Fiat. Entrata in Ferrari nel 2004, è stata Capo Ufficio Stampa Corporate a Maranello e successivamente Responsabile Comunicazione di Ferrari West Europe presso la sede di Parigi. Dal 2008 ad oggi è stata responsabile dell'Unità di Sostenibilità del Gruppo Fiat, che sotto la sua guida è stato ammesso nei prestigiosi indici borsistici Dow Jones Sustainability World e Europe.

CONTEMPORARY LOCUS

Luoghi riscoperti dall'arte contemporanea



contemporary locus 4 con Grazia Toderi, artista italiana di fama internazionale, nell’eccezionale spazio del Teatro Sociale di Bergamo, prosegue il percorso di interpretazione del tessuto urbano attraverso l’arte contemporanea. Il 22 e 23 giugno Grazia Toderi si confronterà con lo spazio del Teatro Sociale, uno dei luoghi più significativi di Bergamo, dando vita, con un’installazione video, a una simultanea fruizione del luogo prima e dopo la sua ristrutturazione. L’elemento di

contemporaneità


si concretizza all’interno del teatro con un’installazione video che vede la proiezione sul fondale del palco dell’opera Sound (2002), l’opera video realizzata da Grazia Toderi proprio all’interno del Teatro Sociale prima della sua ristrutturazione, in un ciclo di lavori che l’artista ha svolto nei più significativi teatri italiani. Conosciuta la volontà di restaurare lo spazio, l’artista ha infatti voluto realizzare un lavoro che mettesse in luce la condizione tra bellezza, memoria e degrado, tra storia e futuro del Teatro Sociale prima del restauro. L’inserimento dell’opera nel teatro stesso, a distanza di oltre dieci anni, vuole offrire una visione simultanea del luogo prima e dopo la sua ristrutturazione, con un effetto di forte suggestione e tensione narrativa.

Un progetto espositivo di contemporary locus in “reverse”, dove l’arte contemporanea interpreta la storia passata del teatro proponendo al visitatore la possibilità di una visione coesistente dello spazio tra passato e presente.

Grazia Toderi (Padova, 1963), artista italiana, oggi riconosciuta e attiva nella geografia di musei e manifestazioni internazionali, si distingue per l’essenzialità e l’originalità di una ricerca che, attraverso installazioni immersive, restituisce una dimensione dilatata e onirica dello spazio. Spazio che contiene e trasforma la percezione del pubblico, soggetto coinvolto in una condizione a-temporale, nella quale osservazione e riflessione trovano un’inedita dimensione di accoglienza.

Il Teatro Sociale è oggi uno dei luoghi più significativi e rappresentativi di Bergamo: la sua importante storia architettonica e sociale, la sua collocazione e la sua ristrutturazione ne fanno certamente un luogo di alta intensità nella percezione collettiva.

contemporary locus, progetto a cura di Paola Tognon con la collaborazione di Paola Vischetti, nasce nel 2011 con l’intento di interpretare luoghi del passato, antichi, segreti o dismessi attraverso la ricerca espressiva del presente. L’arte contemporanea è infatti elemento fondante del progetto quale strumento di interpretazione e di contaminazione tra passato e presente, tra luoghi segreti e simbolici. Gli artisti italiani e stranieri, invitati a partecipare al progetto, intervengono all’interno degli spazi con lavori site specific e con opere propriamente scelte: per ciascuna sede il team curatoriale sceglie di coinvolgere artisti il cui lavoro possa trovare echi e corrispondenze con i luoghi prescelti, con la loro storia e la loro condizione di segretezza o dismissione.



Presentata la nuova “Raccolta provinciale degli usi”

La Camera di Commercio di Salerno mette a disposizione della collettività uno strumento per la regolazione dei rapporti economici a tutela degli interessi generali del mercato


A distanza di circa venti anni dall'ultima pubblicazione, la Camera di Commercio di Salerno presenta la nuova “Raccolta provinciale degli usi”, un attuale e valido strumento per la regolazione dei rapporti economici locali e la tutela degli interessi generali del mercato.
La raccolta è il frutto di un complesso e scrupoloso lavoro svolto dalla commissione provinciale per la revisione degli usi, coadiuvata da dieci comitati tecnici appositamente costituiti. Come è noto, gli usi sono quei comportamenti osservati in modo costante ed uniforme da una collettività di operatori, a seconda dei diversi settori economici di riferimento, nella convinzione di attenersi ad una prescrizione giuridicamente vincolante. Sono

fonti di diritto terziario


e possono essere fatti valere nelle materie non regolate da disposizioni normative, ovvero quando siano richiamati da leggi e regolamenti. Il testo, redatto sulla base delle disposizioni ministeriali in materia, è stato aggiornato con il supporto di diverse aziende che sono state coinvolte dai comitati tecnici per la compilazione di appositi questionari predisposti per le varie categorie economiche interessate, attraverso i quali è stato possibile accertare sul campo le variazioni intervenute rispetto agli usi registrati nella precedente pubblicazione. La sinergia tra commissione, comitati tecnici e aziende, ha consentito, nel corso di oltre un anno di intenso lavoro, di rinnovare le informazioni inerenti l'applicazione degli usi nella provincia di Salerno.
“Al presidente della commissione Antonio Bassi, al vice presidente Raffaele Cirillo, ai componenti della commissione, ai membri dei comitati tecnici e alle aziende coinvolte, rivolgo un sincero ringraziamento – afferma il presidente della Camera di Commercio di Salerno Guido Arzano – per l'impegno profuso nel portare a termine, con grande professionalità e dedizione, il complesso lavoro di revisione degli usi. Un particolare riconoscimento va, infine, a Giovanni Rusticale, segretario generale emerito dell’Ente camerale, per aver tenacemente avviato le procedure necessarie, in mancanza delle quali non saremmo stati in grado di presentare la nuova raccolta”. 

Soccorso migranti nel canale di Sicilia

video relativo al soccorso a 98 migranti (di cui 17 donne – una in stato di gravidanza - e 2 neonati) effettuato dalla Guardia Costiera di Lampedusa nel Canale di Sicilia


Alle 06.00 di questa mattina,  la motovedetta della Guardia Costiera di Lampedusa con a bordo i 98 migranti soccorsi nella notte è giunta in porto. I migranti, di nazionalità sub-sahariana, sono tutti in buone condizioni di salute.



Nel contempo, altri 83 migranti sono stati soccorsi a sud di Lampedusa e trasbordati su due motovedette della Guardia Costiera.

L’arte invade le Florida Keys


Esuberanza, gioia di vivere e una sana irriverenza caratterizzano le Florida Keys e la produzione artistica  propria di queste isole. I turisti che vogliono scoprire il risultato di questo mix possono recarsi ad Islamorada e Key West, dove ogni mese si organizza una mostra d’arte unica nel suo genere. Questi incontri d’arte offrono la possibilità di osservare opere d’arte insolite e dai colori vivaci, oltre che la possibilità di conoscere nuove gallerie d’arte che ospitano artisti affermati e nuovi talenti. Di mostra in mostra si possono osservare quadri ad olio dai colori vividi oppure sculture in bronzo, collage stravaganti, gioielli fatti a mano o opere in legno, fotografie in  bianco e nero e ancora opere di

gyotaku (una tecnica giapponese che prevede l’uso di pesci per stampare su diversi supporti).
Contestualmente a questa manifestazione sono organizzati numerosi eventi, come il Third Thursday Art Walkabout, uno degli appuntamenti più importanti in programma ogni terzo martedì del mese. I partecipanti all’esposizione sono artisti di livello nazionale e locale che espongono nelle gallerie del centro di

Islamorada

fra i mile marker 81 e 82. Durante la manifestazione si può assistere anche a concerti ed esibizioni di musicisti locali oppure gustare qualche prelibatezza nei ristoranti tipici della zona. Tra le gallerie più conosciute si segnalano Redbone Gallery e Pasta Pantaleo Signature Gallery, che ospitano collezioni artistiche dedicate alla pesca d’altura, Galleria Morada con i suoi artefatti artigianali e originali e la Blue Water Potters.
Nel capoluogo

Key West

sono stati studiati diversi percorsi per gli amanti dell’arte: il più popolare è il “Walk on White”, che si tiene il terzo giovedì di ogni mese in White Street. Dopo il tramonto prendono vita mostre ed eventi presso le gallerie, i negozi e altre sedi, tra cui l’ Harrison Gallery, che espone eleganti pezzi lignei di Helen Harrison con in sottofondo musica di Ben Harrison, l’eccentrica Stone Gallery Soup con i  quadri di Sean Callahan, e gli Studios of Key West, che hanno un ricco calendario di mostre, performance e workshop nello stile degli artisti di grido americani. Gli appassionati d’arte possono inoltre trovare luoghi d’interesse anche nei dintorni di White Avenue e Truman Avenue, come ad esempio l’Honest Work Island Pottery, dove si trovano ceramiche di artisti emergenti, mentre all’Art Space Key West si possono osservare forme d’arte multimediali e fuori dagli schemi.
Il primo venerdì del mese la celebre Duval Street di Key West, nota per le sue gallerie eclettiche, prende vita con mostre, ricevimenti ed eventi gastronomici nel corso dell’Upper Duval Street Stroll. I visitatori possono curiosare fra gallerie, boutique ed empori ricchi di cibi e vini di qualità.

Tra le gallerie più importanti della zona spiccano la SoDu Gallery, che espone vivaci dipinti di Janis Childs e gioielli di Lainie Davia; Frangipani Gallery, famosa per i dipinti multicolori del suo fondatore Fran Decker; Cocco and Salem Imagine Art, che espone studi naturalistici di Jim Salem; Gingerbread Square Gallery, che ospita tele rappresentanti le lussureggianti foreste pluviali di Sal Salinero e Kate’s Studio, dove si possono trovare i dipinti di Kate Peachery e i gioielli Zen di Karen Moore. La zona compresa fra Caroline Street, Green Street e l’Historic Seaport è un vivace design e art district che ogni primo giovedì del mese ospita la Art and Ambiance Walks che si snoda fra gallerie e mercanti.

Da non perdere la Gallery on Greene, che espone opere del premio Pulitzer Jeff MacNelly oltre a bassorilievi lignei dell’iconico artista americo-cubano Mario Sanchez, e Lucky Street Gallery, che conta tra i suoi artisti anche John Martini e Rick Worth. Non ultima la Art@830, che espone opere d’arte in vetro e gioielli oltre a dipinti e a sculture in legno.

Oltre a questi eventi, gruppi di artisti e musei organizzano periodicamente manifestazioni nella zona di Mallory Square, tra cui ad esempio mostre al Key West Art Center, al Custum House Museum, all’Harry S.Truman Little White House e all’Audubon House & Tropical Gardens.

Astro Italia cerca nuovi consulenti del benessere

L’innovativa azienda della vendita diretta seleziona 78 collaboratori in Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte

Personalizzazione, formazione, qualità. Sono questi i punti di forza di Astro Italia, nuova realtà della vendita diretta del settore benessere e riposo, che cerca nuovi collaboratori da inserire in azienda.
Astro Italia seleziona professionisti della vendita, preferibilmente già con esperienza nella vendita diretta o nel mondo del materasso. L’offerta comprende un percorso formativo professionale, articolato e completo, sui temi di salute, igiene e benessere, per supportare al meglio il cliente e per riuscire a soddisfare tutte le esigenze.
Astro Italia ha messo a punto un innovativo sistema di vendita diretta, che supera i modelli tradizionali in quanto unisce un primo approccio in un centro commerciale, alla dimostrazione e all’incontro a domicilio.
“Incontriamo le persone nelle “nuove piazze”, i centri commerciali, in spazi appositamente creati dove si può testare il prodotto con calma e tranquillità - dice Giuseppe Vitale, uno dei titolari e fondatori di Astro Italia, con una pluriennale esperienza nel settore della vendita diretta - All’interno del centro commerciale allestiamo spazi appositi, la Casa degli italiani, che concedono la giusta intimità per una scelta così importante. Quindi il consulente prende un appuntamento con chi è interessato, per un incontro a domicilio”.
La vendita diretta è un settore che sembra non conoscere crisi e che, anche in questo periodo, piace sempre di più:
“Si può diventare agenti a qualsiasi età, sia subito dopo gli studi, sia più avanti nella vita – prosegue Vitale - Si tratta di un settore meritocratico in cui è possibile ottenere risultati soddisfacenti, a livello economico e professionale”.
La ricerca è rivolta ad ambosessi. Saranno selezionati 78 agenti per rafforzare la rete di Astro Italia soprattutto nel Nord, in particolare 34 in Emilia Romagna, 25 in Lombardia e 19 in Piemonte. Il contratto offerto è a provvigioni e prevede un premio già al primo obiettivo di fatturato.  I candidati possono inviare il curriculum al sito www.astroitalia.it, compilando il modulo nella sezione “Lavora con noi”.

giovedì 9 maggio 2013

Guardia Costiera, un impegno costante

Uomini e mezzi della Guardia costiera, dei Vigili del Fuoco e di tutte le forze di polizia presenti nel porto di Genova sono impegnati incessantemente nelle ricerche del Maresciallo Francesco Cetrola e del Sergente Gianni Iacoviello, militari del Corpo in servizio nella Sala Operativa della Guardia Costiera posizionata nella Torre di controllo del porto crollata alle 23.00 del 7 maggio scorso a seguito dell’urto provocato dalla porta container “Jolly Nero”.

Al momento dell’incidente nella Torre, che per fatalità ha coinciso con il cambio turno del personale militare, erano presenti 13 persone, 2 operatori del corpo Piloti, 1 dei Rimorchiatori e 10 militari della Guardia Costiera, 4 dei quali -   il Tenente di Vascello Enea Pecchi, i Sottocapi di 1^cl Raffaele Chiarlone e Giorgio Meo e il Sottocapo di 2^ cl Gabriele Russo – sono stati prontamente soccorsi e ricoverati per le fratture riportate nel crollo nei nosocomi della città ligure. Per gli altri 7 – Michele Robazza, Maurizio Potenza e Sergio Basso dei Piloti e Rimorchiatori, il Maresciallo Marco De Candussio e i Sottocapi Davide Morella, Daniele Fratantonio e Giuseppe Tusa della Guardia Costiera – i soccorritori non hanno potuto far altro che recuperare i corpi privi di vita.

Una tragedia che ha profondamente colpito tutto il personale delle Capitanerie di porto stretto in un abbraccio con le famiglie dei colleghi scomparsi. 

Ma anche in un momento di grande dolore non si può far venir meno il proprio impegno ed operato, essenziale per la sicurezza della navigazione.

Sin dalla notte dell’incidente, che ha distrutto tutti gli impianti del Centro di Coordinamento di Ricerca e Soccorso della Guardia Costiera di Genova – ubicato, così come le apparecchiature preposte, nella Sala Operativa della Torre – l’attività è stata accentrata, già dopo pochi minuti, presso la sala operativa della Guardia Costiera di Savona, centro alternato per l’area marittima ligure, in grado di monitorare allo stesso modo i traffici marittimi e ricevere i dati sensibili delle navi dai radar e dagli altri sistemi di monitoraggio posti sul territorio a garanzia della sicurezza.

L’efficienza del sistema è dimostrata dalla ripresa, sin dalla giornata di ieri, di tutti i servizi tecnico operativi del porto, grazie anche all’invio di nuovi apparati istallati nella sede della Guardia Costiera di Genova, essenziali per garantire le attività del principale scalo marittimo italiano.

I Doganalisti europei chiedono regole comuni per il mercato interno

Si è tenuto recentemente a Napoli, il seminario dal titolo

“Il futuro dei rappresentanti doganali e dei customs brokers”


organizzato da CONFIAD, Confederazione Internazionale degli Agenti Doganali e ANASPED, Federazione italiana delle Associazioni territorialmente localizzate di doganalisti.
“In Europa non è stata realizzata del tutto l’armonizzazione di norme e procedure che, anche a causa dell’esistenza di realtà socio-economiche assai eterogenee tra i singoli Stati membri, pregiudica  il buon funzionamento del mercato interno. Tale mancata armonizzazione anzi, costituisce un fattore di distorsione dei traffici che penalizza i nostri porti e più in generale il sistema Italia. Circa il 47% di tutte le merci che fanno ingresso in Italia fanno prima scalo in porti di altri Paesi dell’Europa, nonostante il fatto che l’Italia goda di una posizione geografica particolarmente favorevole. Inoltre, al momento non esiste nell’Unione europea un’analisi dei rischi comune e pertanto i singoli Stati membri effettuano i controlli secondo modalità e tempi diversi in cui prevalgono in molti casi gli interessi nazionali su quelli dell’UE. Per questo la standardizzazione dei controlli a livello comunitario e l’armonizzazione dell’analisi dei rischi è un obiettivo fondamentale che va perseguito”
 ha spiegato durante il suo intervento Giovanni De Mari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali.

In questo contesto assume un ruolo chiave il rappresentante doganale, che costituisce l’anello di congiunzione tra dogana e impresa. Il customs broker (spedizioniere doganale o doganalista) ha rivestito fino ad oggi in molti paesi membri dell’Unione un ruolo importante di intermediazione altamente qualificata dell’impresa nei confronti delle dogane e di partner affidabile di queste ultime per l’internazionalizzazione.
“Occorre quindi da un lato semplificare i controlli alla Dogana italiana, anche attraverso una seria attivazione dello Sportello Unico Doganale, per recuperare molti milioni di euro di gettito fiscale ed indotto, e dall’altro rafforzare i controlli sul territorio, unico vero contrasto all'illegalità. Ed é a livello europeo che occorre agire per ridurre gli spazi che oggi esistono per portare sul nostro mercato interno merci non in regola. Abbiamo stimato che recuperando i traffici di merce destinati all’Italia, che oggi transitano per scali stranieri, il Fisco italiano incasserebbe dazi per circa 180 milioni di euro, e si creerebbero 12.000 posti di lavoro nel comparto logistico - ha continuato De Mari - Se attraverso le misure da noi proposte si riuscisse ad accelerare i tempi di sdoganamento della merce attraverso un incremento dei livelli di efficienza dell’amministrazione doganale, a migliorare le varie procedure che attengono alle singole fasi di un’operazione di commercio internazionale ed a ridefinire in maniera più snella e i modelli organizzativi dei vari enti di controllo (coordinandone maggiormente l’azione), si potrebbe ipotizzare un parziale recupero dei traffici in fuga dal nostro Paese, aumentando il volume complessivo di entrate sia a favore dello Stato che del settore privato. In questo modo l’Italia potrebbe recuperare circa 515,25 miliardi di euro”.
 

CONFIAD


Confederazione Internazionale degli Agenti Doganali, è stata fondata nel 1982 per dare una voce europea agli spedizionieri doganali stabiliti negli Stati membri dell’UE. Successivamente ha consentito di partecipare alla sua organizzazione anche le associazioni di spedizionieri doganali di altri Stati non membri dell’UE. CONFIAD oggi è una rete Pan europea di associazioni che rappresentano gli interessi degli spedizionieri doganali a livello nazionale. Gli scopi della Confederazione sono la difesa ed il coordinamento degli interessi dei membri delle organizzazioni, al fine del raggiungimento di un’ampia convergenza legislativa, regolamentare e professionale tra i servizi di intermediazione doganale offerti nei Paesi di stabilimento dei suoi membri. Ad oggi, la CONFIAD in-corpora circa 20.000 aziende (principalmente piccole e medie imprese) attive nel settore dei servizi doganali ed impiegano circa 250.000 lavoratori in tutta l’Unione Europea.

Chi sono i Doganalisti? 

                  

I Doganalisti sono definiti dalla legge esperti in materia doganale, fiscale, merceologica, valutaria, e in quant’altro si riferisce al commercio internazionale. Il titolo di “spedizioniere doganale” spetta a coloro che hanno superato un apposito esame di Stato (il quale è volto ad accertare il possesso di specifici requisiti di competenza e di ‘fiduciarietà’). Il Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali (CNSD), ordine professionale istituito con la legge 22 dicembre 1960, n. 1612 è l’organo preposto al coordinamento, controllo e formazione degli Spedizionieri Doganali (o Doganalisti) iscritti nel relativo Albo professionale. Il CNSD ha sede in Roma e conta più di 2.000 iscritti.

Miniatur Wunderland

Inizio dei lavori nella sezione italiana del parco di Amburgo


L’Italia entra a far parte del parco “Miniatur Wunderland” di Amburgo, la ferrovia in miniatura più grande del mondo: il sindaco di Amburgo Olaf Scholz, l’Assessore al Turismo, Cultura e Spettacolo della regione Liguria Angelo Berlangieri, il presidente delle ferrovie tedesche Rüdiger Grube e l’amministratore delegato (CEO) di FS Italiane Mauro Moretti hanno inaugurato i lavori della nuova sezione “Italia”. L’inaugurazione avviene in concomitanza con l’inizio della festa portuale più grande al mondo: il

COMPLEANNO DEL PORTO DI AMBURGO


La Liguria è partner del grande evento marittimo, dal 9 al 12 maggio. I modellisti avranno tempo fino all’estate 2015 per ricreare, su una superficie di 170 m², l’atmosfera di città come Roma e Venezia con capolavori come la basilica di San Pietro e la basilica di San Marco, meraviglie come il Vesuvio, Pompei, la costiera amalfitana e le Cinque Terre. I lavori sono iniziati proprio con una delle stazioni delle Cinque Terre alla presenza dei due politici e dei due amministratori delegati. L’Italia va ad aggiungersi agli otto panorami già rappresentati su un’area di circa 1.300 metri quadrati e che comprende 1.000 treni formati da 15.000 vagoni, 228.000 alberi, 215.000 miniature umane, 9.000 auto, 13.000 metri di binari e 3.700 case e ponti. Con oltre 1 milione e 200.000 visitatori l’anno, la struttura è una dellemaggiori attrazioni turistiche della Germania.

L’avvio dei lavori coincide con uno dei massimi eventi marittimi: dal 9 al 12 maggio si festeggia l’824esimo COMPLEANNO DEL PORTO DI AMBURGO. Un milione e mezzo di persone potranno visitare navi d’alto bordo e da crociera, assistere a parate, al battesimo di una nave e all’arrivo della prima crociera “heavy metal” d’Europa. Amburgo è ancora oggi il porto più importante dell’Europa settentrionale e il secondo luogo di trasbordo container più grande del continente. La Liguria, quest’anno partner del festival, si presenta come meta turistica d’eccezione e partner di progetti europei innovativi.

Unity in diversity: the future cultural and economic bridge on the Mediterranean

Convegno 24 maggio 2013, Napoli – Castel dell’Ovo


Il tema del convegno, deciso dal consiglio direttivo del Propeller Club di Napoli, è il frutto di una mia domanda, da alcuni amici definita abbastanza provocatoria:
Pensate che si possa costruire un ponte economico e culturale tra i paesi del Nord e del Sud Mediterraneo per farvi transitare un progetto mediterraneo al quale ciascun paese partecipa con le proprie diversità ma in una visione di valori comuni?
Non vi è dubbio alcuno che, se ci riferiamo al passato ed al consuntivo delle cose fatte dalle generazioni degli ultimi decenni, la risposta è inesorabilmente negativa.
Sulla centralità del Mediterraneo si sono tenuti troppi convegni ed incontri diplomatici. Tante belle parole che non servono per sostanziare questa sempre invocata centralità.
Non si può negare che su questo tema l’Europa si è sempre posizionata come attore principale e, in particolare, come tutore di un sistema economico e culturale e quindi di un concetto unico di democrazia che i paesi della sponda Sud del Mediterraneo avrebbero dovuto importare e trapiantare, estirpando ed annullando le loro identità e le loro tradizioni.

Ed è altrettanto innegabile che questo sistema unico è stato rifiutato con reazioni talvolta violente ed incontrollate. La diversità dei sistemi sociali, culturali, religiosi e politici è stata la motivazione di proteste e rivolte che hanno avuto l’effetto di contrapporre in modo radicale le due sponde con conseguente fallimento di quei movimenti che proponevano all’Europa nuove forme di convivenza pacifica e di cooperazione sociale ed economica.
Con la crisi economica che tutt’ora affligge gran parte dell’Europa, la centralità del Mediterraneo è poi diventata un semplice slogan. Anche perché questa crisi ha fatto esplodere tutte le contraddizioni economiche e sociali, prima latenti, tra i paesi nord-europei e quelli sud-europei. Con la conseguenza che, se prima vi era una questione mediterranea, ora ribolle anche una questione meridionale.
Economisti e politici ci spiegavano ed insegnavano che i paesi del meridione europeo, nonostante le loro

diversità culturali e sociali

ed i loro diversi e più deboli sistemi produttivi, potevano e dovevano uniformarsi al modello di sviluppo degli altri paesi europei, adattandosi alla auspicata e perseguita globalizzazione ed alla conseguente omologazione dei principi del libero mercato.
L’armonizzazione, ovviamente, è rimasta una chimera, le diversità sono diventate incompatibilità e la debolezza dei sistemi produttivi ha reso il meridione europeo sostanzialmente subalterno ai paesi nordici e tenuto in vita in modo quasi assistenziale dalle risorse comunitarie. Ma il

meridione europeo


ha, a sua volta, un suo meridione, quello italiano dove si assiste passivamente all’inarrestabile depauperamento delle ricchezze tradizionali, al declino della millenaria cultura ed al lento ma inesorabile disfacimento delle istituzioni.
Tutto ciò è il miserevole panorama che ci compare se ci soffermiamo sul passato e sul fallimento delle vecchie generazioni. Cosa vorrà e potrà fare la nuova generazione, vi è ancora una speranza nel futuro ?
Andiamo sull’altra sponda del Mediterraneo per vedere come vanno le cose in quei paesi.

Il 17 dicembre 2010 un giovane venditore ambulante è aggredito dalla polizia tunisina. Gli sequestrano frutta e verdura e lo minacciano. Il ragazzo resiste e la polizia lo picchia e gli sputa in faccia. Per protesta e disperazione il ragazzo si dà fuoco ed il giorno dopo muore. Non era  un folle e neppure un poveraccio senza arte e mestiere. Si chiamava Mohamed Buazizi, era laureato e vendeva frutta e verdura. In attesa di un lavoro e di un futuro premianti, sapeva vivere la povertà in modo dignitoso. Ma gli sputi in faccia gli hanno portato via anche la dignità.
La nuova generazione accetta la povertà ma non quella priva di dignità. Il gesto estremo di Mohamed è la scintilla in una polveriera. Scoppia la rivolta tunisina ed inizia la

primavera araba.


Le proteste e le rivolte si allargano a tutta la sponda nord-africana. La rivolta tunisina è stata una rivoluzione sostanzialmente pacifica. Le cose sono andate diversamente in Egitto ed in Libia. Asma Mahfouz è una ragazza egiziana di 26 anni, lavora e collabora con un movimento giovanile che si oppone al regime e chiede riforme e cambiamenti radicali. L’impegno politico le crea problemi. E’ spiata e minacciata e la polizia la ferma durante un volantinaggio e chiede al suo capo di licenziarla.
Il 18 gennaio 2011 Asma è stanca ed è assalita dalla paura di non farcela. Monta la rabbia e si trova a registrare sul telefonino e poi mettere su You Tube un video:
Voglio darvi un messaggio. Io andrò a Piazza Tharir il 25 gennaio: se avete onore, venite anche voi. Chi rimane a casa sarà colpevole. A quelli che sostengono che le donne non dovrebbero manifestare perché possono essere picchiate, dico: venite in piazza a difenderci. Fino a quando direte che non c’è speranza, non ci sarà speranza. Ma se venite con noi ci sarà speranza.
Il videomessaggio è visto da 200.000 persone. Il 25 gennaio 2011 piazza Tahrir è piena di uomini e donne, è un vulcano che alla fine esplode. Inizia la primavera egiziana e finisce l’era Mubarak. Non finisce invece lo Stato di polizia con i tribunali speciali. Asma Mahfouz si è poi dovuta difendere innanzi a una Corte militare. L’esercito si è assegnato i privilegi di sempre ed il compito di garantire l’ordine pubblico.

Eppure, in questa primavera incompiuta vi sono oggi alcune realtà che guardano verso il futuro: la popolazione nordafricana è sempre più giovane; la donna rivendica la parità dei diritti; il processo di urbanizzazione è diventato irreversibile; vi è una forte domanda di tradizione moderna e di dialogo interculturale; i nuovi mezzi di comunicazione e l’attività dei social network favoriscono la formazione di una coscienza di massa ed un rivoluzionario dialogo con i social network dell’altra sponda del Mediterraneo.
L’elevato livello di istruzione determina la diffusione di un associazionismo civile che a sua volta spinge per una forte partecipazione sociale e politica. In Tunisia, all’esito delle elezioni della assemblea costituente, nel novembre 2011 sono state elette 49 donne.

Il 7 aprile 2013 si è tenuto a Marsiglia il primo vertice dei Parlamenti dei Paesi che fanno parte dell’Unione per il Mediterraneo. La premessa di questo vertice è stata che
 la UE non può lasciarsi sfuggire l’opportunità storica offerta dalla Primavera araba per promuovere i suoi interessi e i suoi valori.
Fatta questa premessa, non vi è da sorprendersi se il vertice si è concluso con una sola mini proposta, anzi con un appello per la creazione di una banca di sviluppo per il Mediterraneo e con la solita retorica conclusione:
E’ necessario rinsaldare il legame tra i cittadini delle rive del Mediterraneo per rispondere alle preoccupazioni comuni.
Il vertice di Marsiglia ha però preso atto dei cambiamenti profondi che sono in corso nei paesi nordafricani e che ora impongono il coinvolgimento di nuovi interlocutori, i Parlamenti e la società civile. Si intravede una nuova strategia con un rapporto paritetico. Ma questa strategia risulta poi contraddetta da chi vuole spiegare ai nuovi interlocutori come noi abbiamo costruito l’UE e come si può arrivare ad una costituzionalizzazione democratica di questi Stati.
Il documento finale del vertice, dopo la enunciazione di principi, propone un decalogo di azioni necessarie per

la creazione di uno spazio euro mediterraneo della formazione professionale, dell’insegnamento universitario, della scienza e della ricerca.

Ebbene, se questi bei progetti sono immaginati sulla falsariga di un’unica esperienza, quella europea, ignorando o respingendo le diversità sociali, culturali, religiose ed economiche dell’altra sponda, resterebbe confermato che fin quando il pallino è nelle mani della vecchia generazione, continueranno a mancare i necessari presupposti per un dialogo. Il progetto Mediterraneo presuppone la realizzazione di un ponte tra le due sponde, ed il ponte presuppone che i paesi delle due sponde ne condividano quanto meno gli elementi essenziali. Devono essere promossi interessi e valori comuni e non i propri interessi ed i propri valori.
Ho detto prima che in Europa vi è una questione meridionale. Ma ora ne devo aggiungere un’altra, la questione del

Meridione d’Italia


schiacciato tra due realtà: è un meridione che si sente europeo e vuole essere europeo ma, nel contempo, per le sue specifiche diversità non può uniformare il proprio sviluppo ad un modello unico imposto dall’Europa.
Il Mezzogiorno ha una storia che ha le sue origini nel Mediterraneo.

Le sue diversità nascono dalle sue origini

e non ha senso pensare che possa smettere di essere Mediterraneo. L’essere Mediterraneo vuol dire avere una economia mediterranea, le tipiche risorse mediterranee quali il territorio, l’ambiente, i beni culturali, il turismo, la struttura familiare. Tutto ciò è incompatibile con la modernizzazione globale e comporta che non sarà sufficiente una politica di investimenti per istruzione, formazione, ricerca, innovazione, e sistemi produttivi qualora una tale politica non dovesse tener conto di uno specifico modello di sviluppo che si riflette sui principali snodi:

ambiente, territorio, società civile, economia ed istituzioni.


Ebbene, se il meridione del meridione europeo è Mediterraneo, è evidente che il Mezzogiorno d’Italia è la sponda europea ideale per interagire con quella nordafricana. Senza rinunziare ai valori europei e riaffermando le sue diversità, è nelle condizioni più favorevoli per avviare, sulla sua sponda, la costruzione di quel ponte culturale ed economico con i paesi dell’altra sponda i quali, a loro volta, dovranno contribuire alla realizzazione con le loro diversità ma in una visione di valori comuni.
Fino a quando direte che non c’è speranza, non ci sarà speranza,
urlava Asma Mahfouz. Io aggiungo che senza quel ponte il Mediterraneo sarà soltanto una espansione geografica.
Bruno Castaldo

FESTA DELLA MAMMA E SWAP PARTY A LA REGGIA DESIGNER OUTLET

In occasione della festa della mamma La Reggia Designer Outlet  si animerà con spettacoli e attività speciali dedicate a tutta la famiglia.
Domenica 12 maggio, il Centro McArthurGlen di Marcianise (Ce) ospiterà dalle 18.30 nell’elegante Piazza del Lusso un

concerto per piano e voce.

Il soprano Rosa Montano intonerà le più celebri arie d'opera,  brani classici anni '50 e '60 e uno struggente repertorio di canzoni della tradizione napoletana. L’esibizione sarà accompagnata dalla performance di un’attrice che personificherà  il ruolo di una madre e omaggerà tutte le signore presenti di una rosa.
Il centro ha pensato anche all’intrattenimento dei più piccoli e allestirà, dalle 16.00 alle 20.00, nell’unità 108 della Piazza del Lusso un punto ricreativo dove tutti i bambini potranno  ascoltare le più belle fiabe recitate da un attore in costume, preparare dei lavoretti da offrire in dono alle proprie mamme,  mettersi in posa  per una disegnatrice caricaturista che realizzerà al momento ritratti umoristici dei bimbi con  le loro mamme.
Sabato 11 maggio sulla scia di New York e Parigi, un simpatico

swap party

dalle ore 15,00 avrà luogo nella piazza principale del Centro ove chiunque potrà portare capi di abbigliamento ed accessori dal proprio guardaroba e scambiarlo con altri per rinnovare il proprio guardaroba senza costo e con gusto.
Infine, per tutto il week-end dell’11 e 12 maggio, La Reggia Designer Outlet  dedicherà uno spazio espositivo a piante rare ed esotiche nell’ambito della manifestazione “Aspettando Mediterraneo e Dintorni”. L’esposizione sarà un’anteprima riservata ai clienti del centro della mostra di piante

“Mediterraneo e Dintorni”

che si terrà presso il Complesso Monumentale della Reggia di Portici dal 31 Maggio al 02 Giugno 2013.

McArthurGlen Designer Outlets

McArthurGlen Designer Outlets fa parte del gruppo McArthurGlen, proprietario e leader europeo nello sviluppo e nella gestione di Designer Outlet in Europa. Il Gruppo, che conta attualmente 21 Designer Outlet distribuiti in otto paesi, ha introdotto nel 1995 il concetto di designer outlet retailing in Europa. I consumatori che visitano i Designer Outlet di McArthurGlen sono attratti da prezzi scontati del 30-70 percento tutto l'anno sui marchi più esclusivi del lusso, sui marchi celebri e di alta moda. Il portafoglio McArthurGlen offre attualmente oltre 600.000 mq di spazio retail, mentre quasi 150.000 mq di nuovo spazio retail sono in fase di sviluppo o progettazione, compreso il 22° Designer Outlet del Gruppo, che aprirà a Vancouver alla fine del 2014 e sarà il primo Designer Outlet di McArthurGlen in Nord America.

MARE FORUM 2013

La ripresa dello shipping è alle porte.

Le aziende genuine vanno sostenute.



Si è aperta con parole di sgomento e cordoglio per le vittime del tragico incidente di Genova la nona edizione italiana di Mare Forum.
Alla convention, ospitata al Grand Hotel Parco dei Principi di Roma, sono intervenuti oltre duecentosettanta delegati provenienti da Italia, Nord Europa, Far East e Medio Oriente.

Giuseppe Bottiglieri



presidente della Giuseppe Bottiglieri Shipping Company spa e Chairman della conferenza, vede nei prossimi mesi un rilancio ulteriore del settore:

“Dati del Fondo Monetario Internazionale confermano il trend di ricrescita. La ripresa è prevista per la fine del 2013”.

Bottiglieri non è stato il solo ottimista: analisti di settore, quali Martin Stopford, già direttore del settore Ricerca di Clarksons Londra e Ralph Leszczynski a capo del dipartimento Research Banchero Costa & Co SpA hanno condiviso l’entusiasmo. Il primo ha illustrato nel dettaglio il mercato e le sue mutazioni analizzando un ciclo economico e storico del settore cisterne e di quello dry dal 1976 ai giorni nostri. Il secondo, specializzato nelle dinamiche del mercato cinese, ha confermato le aspettative di crescita del PIL del colosso asiatico alla luce delle nuove politiche.

Wilhelm Magelssen, ai vertici di Pareto Project Finance, ha parlato di “big upside” e di “crescita esponenziale della domanda di petrolio”.

La sessione mattutina, brillantemente moderata da

Ugo Salerno

CEO del RINA, ha visto gli interventi di Michael Thamm, CEO di Costa Crociere, che ha fotografato il mercato crocieristico, e di

Manuel Grimaldi

CEO del Grimaldi Group, che ha fatto il punto dello stato di salute del settore con particolare riferimento al settore Ro-Ro. In tema di emissioni a basso contenuto di zolfo (low sulphur emissions), decisamente vivace è stato il dibattito, incentrato sul rapporto fra legislatore europeo ed operatori marittimi, che ha visto protagonisti, da un lato, gli armatori – naturali destinatari dei provvedimenti – e, dall’altro, Magda Kopczynska, al vertice della Commissione Europea per le Politiche marittime e la Logistica.
Grande condivisione c’è stata, invece, da parte della platea nei confronti del market outlook fornito da Giuseppe Bottiglieri che ha affermato

“Il livello minimo del mercato è alle nostre spalle. Stiamo assistendo ad una ricrescita dei noli, supportata dall’aumento del GDP(Gross Domestic Product = Pil) mondiale che si attesta al 3,25%. In altri termini, ciò significa che l’offerta di naviglio è ampiamente supportata dalla domanda, comportando un naturale quanto auspicato ribilanciamento dei noli”.

L’edizione 2013 di Mare Forum è stata caratterizzata dall'intervento di speakers di eccellente livello e da un audience autorevole. Il dibattito vivace e proficuo è stato arricchito da una votazione sulle prossime sfide dei mercati internazionali. Alla domanda sulla percezione del supporto ricevuto dal sistema bancario quasi il 70 per cento della platea ha risposto affermativamente.

Mariella Bottiglieri


 “Lo shipping è, per sua vocazione internazionale, pertanto risulta essere il naturale termometro dell’economia globale. Uno shipping in crescita è sinonimo di un trend positivo a livello mondiale e gli istituti di credito ne sono ben consapevoli. Le aziende genuine, con veri sacrifici, hanno retto all’impatto e devono essere sostenute”.

Nel chiudere i lavori, Paolo D’Amico, Presidente Confitarma, ha ribadito la vicinanza dell’intero cluster marittimo italiano alle famiglie delle vittime dei tragici accadimenti di Genova e l'armatore Giuseppe Bottiglieri ha ricordato con ammirazione il giornalista John McLaughlin, esperto osservatore di shipping e per anni corrispondente dall’Italia della prestigiosa testata Lloyd’s List, scomparso improvvisamente a dicembre scorso.

Jannis Kostoulas, instancabile organizzatore della formula Mare Forum, ha salutato la platea dando appuntamento per il 2014 per il decimo anniversario dell’edizione italiana.

mercoledì 8 maggio 2013

Collisione tra Jolly Nero e la Torre Piloti di Genova

Di seguito altre foto della sciagura nel porto di Genova.

All'indirizzo: www.portoediporto.blogspot.it l'inedito filmato registrato da un elicottero della Guardia Costiera.








Crollo della torre dei Piloti nel Porto di Genova


Riceviamo mercoledì 8/5/2013 alle ore 12.46 dal Comando Generale Guardia Costiera il seguente comunicato:
Alle ore 23.00 della scorsa notte, la motonave Jolly Nero, di bandiera italiana, mentre era impegnata nella manovra di uscita dal porto di Genova, ha urtato la torre di controllo dove è anche ubicata la sala operativa della Guardia Costiera, causando il cedimento della struttura. Al momento del crollo, all’interno della torre erano presenti 13 persone, di cui 10 militari della Guardia Costiera e 3 civili, operatori portuali. Al momento, le vittime accertate sono 5, di cui 3 appartenenti alla Guardia Costiera. 4 persone sono ricoverate in ospedale, mentre in 4 risultano ancora dispersi.
Dopo aver impiegato anche due mezzi aerei del Corpo, le ricerche proseguono in mare con mezzi navali e operatori subacquei della Guardia Costiera. Partecipano alle ricerche sia in mare che a terra Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato.

ALPE ADRIA TRAIL: UN TREKKING DALLA CARINZIA VERSO IL MARE

Sarà sicuramente apprezzato da chi alla spiaggia e agli ombrelloni preferisce una vacanza attiva, immersa nella natura. L’Alpe-Adria-Trail è un trekking lungo 750 chilometri che, snodato tra Carinzia, Slovenia e Italia, permetterà di scoprire tre culture e tradizioni diverse. Dai piedi del maestoso Grossglockner fino alle acque del mare Adriatico, attraversando l’incantevole “Giardino dell’Eden”. Un viaggio unico e affascinante, per chi vive d’avventura.


Mettete la Carinzia collegata al mare da un filo immaginario di 750 chilometri, questo è l’Alpe Adria Trail. Un sentiero che  inizia ai piedi della più alta vetta austriaca, il Grossglockner (3.798 metri), e prosegue fino al mare Adriatico in 43 tappe che attraversano i paesaggi di Carinzia, Friuli e Slovenia. Circa 750 chilometri totali da Nord a Sud, snodati tra splendidi territori caratterizzati da un clima temperato che promette tante ore di sole e temperature piacevoli. Il denominatore comune dell’Alpe Adria Trail? L’acqua, dal ghiaccio delle vette più alte, ai ruscelli, fino ad arrivare al mare.

Carinzia, il primo passo per un viaggio tra tre culture


Ben 21 tappe dell’Alpe Adria Trail si svolgono in Carinzia, partendo dal Parco Nazionale degli Alti Tauri, ai piedi del Pasterze, il più vasto ghiacciaio austriaco. Proseguendo per Heiligenblut e Grosskirchheim, si arriva fino ai mulini di Arriach; lungo il percorso si passerà per la medievale Gmünd, cittadina degli artisti, recentemente premiata con l’EDEN-Award per il suo impegno professionale a favore della cultura. Si arriva quindi alla Millstätter Alpe, una tra le zone escursionistiche più belle della Carinzia, sia per le sue cime dolci e arrotondate, sia per la vista meravigliosa sul sottostante lago Millstätter See. Da qui il cammino ricomincia verso la cima dell'Alpe Gerlitzen, a 1.911 m. Da qui si potrà godere di una magnifica vista sul lago Ossiacher See per poi proseguire per l’ultima tappa che va da Velden, sul lago Wörthersee, fino alla Baumgartnerhöhe, a poca distanza dal lago Faaker See.

Attraverso la Slovenia verso il mare


Lasciato il territorio austriaco e la Carinzia, ecco la Slovenia e Kransjka Gora. Seguendo il percorso del fiume Isonzo, il trail attraversa il parco del Triglav nelle Alpi Giulie, l'unico parco nazionale della Slovenia. Qui i più fortunati potranno ammirare diverse specie di animali selvatici come stambecchi, camosci, cervi, galli cedroni e tanti altri. Lungo la strada alpina più alta della Slovenia, si passa per Vršič raggiungendo Bovec, nella incontaminata valle dell'Isonzo, un vero gioiello naturale ricco di attrazioni naturalistiche, cascate, grotte e solitarie valli laterali. Si prosegue quindi verso Caporetto (Kobarid) e Tolmino, paesi legati alle memorie della Prima Guerra Mondiale. La valle deve gran parte della sua bellezza alle acque azzurre e trasparenti del suo fiume: questo è il luogo ideale per gli amanti della canoa e dei pescatori. Man mano che si avanza lungo l’Isonzo verso Sud, il paesaggio si fa sempre più dolce. A Ovest, il Trail attraversa la zona di Goriška Brda, dove per tradizione da secoli si pratica la viticoltura. Il sentiero termina nel Carso a Est di Trieste, dove vale la pena visitare un monumento culturale famoso in Europa e nel mondo: il centro ippico e allevamento di cavalli di Lipizza, fondato nel 1580 dall'arciduca Carlo II.

Trieste e la luce dell’Adriatico


Attraversando per la prima volta il confine italiano, si respira l’atmosfera e i profumi del Mediterraneo. Si entra quindi nell’antica città di Cividale del Friuli, fondata da una popolazione celtica e in seguito conquistata da Giulio Cesare e inclusa nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Da qui inizia il viaggio attraverso i sapori d’Italia con irrinunciabili visite alle aziende di produzione del Collio, famose per l’eccellente qualità dei vini. La località più importante di questo affascinante paesaggio collinare è Cormòns, una meravigliosa cittadina in stile asburgico, dove vale la pena di visitare sia le chiese, sia le numerose cantine vinicole. La tappa successiva porta attraverso il Carso con il suo paesaggio aspro e affascinante a Duino, dove Rainer Maria Rilke scrisse le famose Elegie Duinesi, si raggiunge finalmente il mare e il porto di Muggia, idillica cittadina marinara caratterizzata dall’inconfondibile stile di Venezia. Ascoltando il rumore leggero che fanno gli alberi delle barche a vela nel porto e respirando l’aria salmastra dell’Adriatico, si potrà cenare con ottimo pesce di mare in uno degli eccellenti ristoranti, godendo una vista magnifica sul pittoresco golfo di Trieste disteso come in sogno.

NUOVO COLLEGAMENTO CON L’ALBANIA

Nuovo collegamento tra Trieste e l'Albania.
 Il 3 maggio 2013 è stato avviato il collegamento di linea ro/ro con l’Albania sulla direttrice Trieste-Ancona-Durazzo. Il servizio è bisettimanale (attualmente il martedì e il venerdì) servito dalla motonave AF Marina, con un potenziale di oltre 100 camion  per toccata e la possibilità di trasportare fino a un massimo di 600 passeggeri per conto della società Adriaferries di Ancona.
Tale collegamento conferma il tradizionale rapporto diretto del porto di Trieste con l’Albania ed è suscettibile a breve di sviluppare analogamente anche il comparto passeggeri che sino a pochi anni fa già interessava lo scalo triestino.

Project Life

La storia vuole che E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta, tornasse spesso a Pellezzano, paese natale dei suoi genitori, nella Valle dell’Irno, per scrivere le sue canzoni: da “La leggenda del Piave” a “Tammurriata nera”, il suo ultimo successo, ispirato ad un episodio di cronaca legato ai rapporti intercorsi tra ragazze napoletane e soldati di colore. La felice posizione in collina e la vicinanza al mare, per trovarsi a un tiro di schioppo dalla

costiera Amalfitana


 e dalla ridente Salerno, ne facevano, e ne fanno ancora, un centro di potenziale attrazione turistica per il suo clima mite e l’ambiente variegato. Il paese è incastonato in un territorio, la Valle dell’Irno, che ha visto mutare la propria economia nel corso degli anni; da quando nel 1843 è stata completata la ferrovia Napoli-Nocera e qualche anno più tardi prolungata fino a Salerno e collegata con Avellino attraverso la galleria di Codola, la più antica d’Italia, prima galleria ferroviaria costruita nel nostro paese. In quegli anni il cotone si avviava a sostituire la seta e il lino, tradizionali prodotti della terra, grazie ai capitalisti svizzeri che cominciarono ad insediare fabbriche nell’Agro Nocerino e finanche nella vallata dove i corsi d’acqua andavano a confluire nel fiume Irno. Sapori e mestieri non sono andati però persi nel tempo. A riscoprirli ed a valorizzarli, recuperando la memoria storica contadina e le antiche tradizioni, ci pensa adesso Project Life, un’associazione locale che punta a salvaguardare l’identità storica dei luoghi, avvicinando i visitatori ed i cittadini del comprensorio salernitano ed avellinese al mondo dell’artigianato, delle tradizioni culturali e gastronomiche.

Una passeggiata, insomma, con lo spirito del camminare lento alla riscoperta degli antichi mestieri artigianali che si tramandano ancora. Come la lavorazione del legno, del marmo e del ferro. E dei sapori, come filo conduttore, per scoprire un territorio che conserva ancora una ricchezza poco conosciuta che deriva dalla sua storia e dall’esclusione dei circuiti del turismo di massa. Con il piacere di riappropriarsi di quel gusto oggi perduto. Le attività di promozione e di sensibilizzazione rappresentano il comune denominatore dell’associazione che intende perseguire anche

“sani ed onorevoli principi di solidarietà”


sottolinea il presidente di Project Life, Alfonso De Bartolomeis. In questo processo che lega ogni persona al contesto di appartenenza, “riteniamo che anche l’informazione sia un bene ed un veicolo prezioso per dare valore alla socialità e per far conoscere un territorio ancora sano e genuino”, aggiunge de Bartolomeis.
Eduardo Cagnazzi